"MA RIMANE NODO SU RISORSE FINANZIARIE GIA' PROGRAMMATE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 mar. - "E' in arrivo per la
prima volta, con l'imminente approvazione definitiva del decreto
legislativo in attuazione della legge 183 del 2010, una
regolamentazione organica dei benefici pensionistici per i lavori
particolarmente usuranti, tra i quali rientrera' anche il lavoro
notturno dei dipendenti in sanita', a partire da medici e
infermieri. Si tratta di un obiettivo da noi sempre perseguito e
per il quale finalmente raggiungiamo un primo risultato, anche se
con diverse limitazioni". Lo dichiarano, in una nota, Cecilia
Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil e di Massimo Cozza,
segretario nazionale Fp-Cgil Medici.
"Chi svolge da 64 a 71 turni notturni annui potra' andare in
pensione un anno prima, da 72 a 77 notti due anni prima e da 78
notti in poi con tre anni di anticipo- proseguono- Per le
pensioni con decorrenza entro il 2017, cosi' come definito dalla
legge 247 del 2007, il beneficio potra' essere concesso solo a
chi ha svolto il lavoro notturno in modo regolare e continuativo
per almeno sette anni negli ultimi dieci di attivita' lavorativa.
Dal 2018 il lavoro notturno dovra' essere svolto per meta' della
vita lavorativa complessiva".
"Rimane tuttavia il nodo delle risorse finanziarie disponibili
gia' programmate- sottolineano Taranto e Cozza- che potrebbero
essere insufficienti facendo scattare criteri di priorita' in
ragione della maturazione dei requisiti. In sanita', inoltre,
rischiano di essere esclusi i medici di guardia medica e tutti
coloro che svolgono lavoro precario non dipendente".
"Continueremo pertanto- concludono- a batterci per garantire
il diritto al riconoscimento di attivita' usurante, con i
conseguenti benefici pensionistici, a tutti coloro che svolgono
in modo costante il lavoro notturno in sanita', convenzionati e
precari compresi".
(Wel/ Dire)