MA C'È UN'EMERGENZA INFERMIERI E CRESCE IL DISAVANZO PER IL SSN
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 mar. - I cittadini sono
soddisfatti dell'assistenza ospedaliera, mentre restano
l'emergenza infermieri e il disavanzo nel Sistema sanitario
nazionale. Sono soltanto alcuni dei risultati dell'ottava
edizione del Rapporto Osservasalute (2010) presentato oggi.
Questi i risultati legati alla sanita' in Italia:
EMERGENZA INFERMIERI - Sebbene a livello nazionale vi sia stato
un forte aumento tra il 2005 e il 2007 del numero di unita' sia
in valore assoluto (+4,6%) che in rapporto alla popolazione per
1.000 abitanti (+3,2%), da tempo ormai si parla di emergenza
infermieristica determinata dalla carenza di infermieri; gli
ospedali e i servizi territoriali sono in crisi. A tale
proposito, si sottolinea come, se tra il 2005 e il 2006 vi e'
stato un aumento del personale infermieristico dipendente del
Ssn, tra il 2006 e il 2007 sia il numero di unita' in valore
assoluto e sia per 1.000 abitanti sono diminuiti.
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE - Negli ospedali italiani i ricoveri
continuano a diminuire e parallelamente si riducono le giornate
di degenza. Dal 2001 al 2008 il tasso grezzo di ospedalizzazione
complessivo del livello nazionale si e' ridotto di circa 22 punti
percentuali (da 214,6 a 192,8 per 1.000 abitanti). La riduzione
registrata in tale periodo e' da ricondurre alla sola componente
dei ricoveri ordinari passata da 161,4 per mille a 133,3 per
mille, essendo, invece, leggermente aumentata nel periodo,
sebbene con andamento discontinuo, la quota di ricoveri in regime
diurno (da 53,2% a 59%). A tale riguardo si sottolinea che, nel
2008, tutte le regioni presentano ancora un tasso di dimissione
(Td) per i ricoveri diurni superiore al riferimento normativo di
36 ricoveri per 1.000 abitanti (20% di Dh rispetto ad un Td
generale fissato pari a 180 per mille). Nel 2008 il tasso
standardizzato di ospedalizzazione complessivo a livello
nazionale e' 187,3 per mille, di cui 129,1 per mille in modalita'
ordinaria e 58,2 per mille in modalita' di ricovero diurno. Il
tasso di ospedalizzazione complessivo varia, a livello regionale,
dal valore massimo presente in Campania (231,8 per mille) al
valore minimo del Friuli Venezia Giulia (148,5 per mille). Anche
nell'ultimo anno analizzato dal Rapporto si evidenzia una
costante riduzione dei tassi di ospedalizzazione. Per il tasso
complessivo la riduzione e' del 3,0% nel 2008 rispetto al 2007 e
dell'8,0% rispetto al 2006. Per la modalita' di ricovero in
regime ordinario la riduzione e' del 2,9% rispetto al 2007 e del
6,9% rispetto al 2006; per il ricovero diurno la riduzione e' del
3,3% rispetto al 2007 e del 10,3% rispetto al 2006. Il tasso
relativo al regime di RO varia dal 100,3% della Toscana al 160,1
per mille della Puglia. Tutte le regioni presentano un tasso di
ospedalizzazione per il DH superiore al riferimento normativo del
36 per mille. I ricoveri in DH corrispondono al 31,1% del totale.
Per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazione in regime diurno
le regioni con valori estremi sono la Liguria (88,8 per mille) e
il Friuli Venezia Giulia (37,3 per mille).
SPESA SANITARIA PUBBLICA - Si confermano le tendenze gia'
registrate nelle precedenti edizioni del Rapporto: la spesa
sanitaria pubblica corrente in rapporto al Pil a livello
nazionale denuncia una crescita, dal 2001 al 2007, dal 5,95% al
6,59%. A livello regionale l'indicatore, nel 2007, mostra delle
significative differenze, oscillando da un minimo di 4,90% della
Lombardia ad un massimo di 10,76% della Calabria, registrando,
cosi', un divario che raggiunge quasi i 6 punti percentuali.
Si osserva un gradiente Nord-Sud, con il Nord che registra una
percentuale della spesa sanitaria pubblica corrente media
rispetto al Pil pari al 5,45%, il Centro pari al 6,25% e il
Mezzogiorno (Sud e Isole) pari al 9,57%.
SPESA SANITARIA PRO CAPITE - Il Rapporto mostra a livello
nazionale un aumento della spesa pro capite fra il 2008 e il
2009, da 1.782 euro a 1.816 euro (+1.91%); la spesa e' cresciuta
del 27,8% dal 2003. Nel 2009 e' osservabile che, generalmente, le
regioni meridionali, con l'eccezione del Molise, mettono a
disposizione un ammontare di risorse monetarie inferiore rispetto
alle regioni del Nord (fatte salve Lombardia e Veneto) e anche
alla media nazionale. Nel 2009 la spesa per cittadino presenta un
valore medio nazionale di 1.816 euro e oscilla da un minimo,
registrato in Sicilia, di 1.671 euro ad un massimo di 2.170 euro
nella PA di Bolzano. Rispetto al 2008, tutte le regioni, con la
sola eccezione della PA di Bolzano (-2,78%) e del Lazio (-0,35%),
hanno aumentato il livello di spesa, con valori che segnano una
linea crescente che parte da un minimo di 0,28% dell'Abruzzo, ad
un massimo di 5,3% della PA di Trento.
DISAVANZI - Anche nel 2009 il Servizio Sanitario Nazionale si
conferma complessivamente in disavanzo: 3,260 miliardi di euro,
pari a 54 euro pro capite. È da notare, peraltro, come questo sia
il disavanzo piu' basso dal 2004, evidenziando un trend in
costante, seppur lenta, diminuzione. Permangono, le forti
differenze regionali, con un gradiente sempre piu' ampio tra Nord
e Centro-Sud, dove si concentra quasi tutto il deficit. In
particolare, sono 8 le regioni che si confermano in equilibrio a
partire dal 2007: Piemonte e Emilia-Romagna (che, pero', hanno
operato 'interventi di copertura a carico dei rispettivi bilanci
regionali); PA di Bolzano e Friuli Venezia Giulia (cui lo statuto
speciale garantisce, pero', un particolare sistema di
finanziamento); Lombardia, Toscana, Umbria e Marche. Registra un
disavanzo pari a 21 euro pro capite il Veneto, malgrado anche in
questo caso si sia fatto ricorso a risorse aggiuntive a carico
del bilancio regionale. Quanto alle regioni sottoposte ai piani
di rientro, l'assoggettamento dovra' proseguire anche nel 2010
perche', il triennio inizialmente previsto, si e' dimostrato
insufficiente al riequilibrio della gestione. Nel 2009, soltanto
Sicilia (46 euro) e Abruzzo (37 euro) si sono posizionate al di
sotto del disavanzo medio pro capite nazionale, mentre Lazio e
Molise si confermano le regioni piu' deficitarie sia per il 2009
(rispettivamente 244 euro e 225 euro pro capite) sia nel dato
cumulato 2001- 2009 (rispettivamente 2.285 euro e 1.803 euro).
Infine, un evidente deterioramento della situazione
economico-finanziaria si registra in Calabria, dal 2009 soggetta
al piano di rientro: il suo disavanzo passa da 33 euro pro capite
nel 2008 a 111 euro nel 2009, anche per il venir meno della
rilevante copertura da parte del bilancio regionale.
PROMOSSA DAI CITTADINI L'ASSISTENZA OSPEDALIERA - Gli italiani
sono piuttosto soddisfatti dell'assistenza ricevuta durante un
ricovero in ospedale: i risultati di un'indagine condotta
dall'Osservatorio, in collaborazione con l'Istat, evidenziano il
giudizio complessivamente positivo sull'assistenza ricevuta in
ospedale durante il ricovero. L'indagine, relativa al biennio
2007-2009, e' stata eseguita su un campione di circa 24 mila
famiglie (per un totale di circa 54 mila individui) distribuite
in circa 850 Comuni italiani di diversa ampiezza demografica. A
livello nazionale ben il 36,1% delle persone reduci da un
ricovero si dichiara molto soddisfatto dell'assistenza medica
ricevuta e il 52,8% abbastanza soddisfatto, i cittadini
dichiaratisi 'molto insoddisfatti' non raggiungono il 4% e quelli
dichiaratisi 'poco soddisfatti' sono il 7,8%. Emerge un gradiente
Nord-Sud che penalizza le regioni del Mezzogiorno i cui livelli
di soddisfazione sono sempre piu' bassi della media nazionale.
'In sintesi, il quadro che appare dal Rapporto di quest'anno
mostra vari segnali di miglioramento sul versante di alcuni
fattori di rischio', conclude il Direttore di Osservasalute
Walter Ricciardi, 'ma non tali da invertire il trend generale di
un Paese decisamente avviato verso un futuro difficile,
soprattutto in alcune regioni, per la combinazione
dell'invecchiamento della popolazione, dell'aumento dei fattori
di rischio, soprattutto comportamentali nei giovani, e di
strutture amministrative regionali in affanno nel garantire
servizi, soprattutto preventivi e di diagnostica precoce in grado
di ridurre il carico di malattia. Particolare preoccupazione
destano alcune regioni ancora prive di organi, strutture ed
attivita' di programmazione che, da un lato consentano di
analizzare correttamente i bisogni e la domanda di servizi da
parte della popolazione di riferimento e, dall'altra,
predispongano le risorse umane, finanziarie, logistiche e
tecnologiche per far fronte a queste esigenze'.
(Wel/ Dire)