(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 mar. - Mentre il Burundi
passa da un epoca di conflitti a quella dello sviluppo, gli
operatori umanitari hanno sollevato preoccupazioni per l'aumento
dei prezzi del cibo, la malnutrizione crescente e l'impatto del
fenomeno La Niña.
"Non possiamo prendere delle scorciatoie quando si parla di
sviluppo; dobbiamo assolutamente affrontare i bisogni primari
della popolazione prima di andare oltre - ha detto Jean-Charles
Dei, coordinatore umanitario pro tempore per il Burundi -. Come
membri della comunita' internazionale, stiamo monitorando la
situazione, cercando di estinguere focolai come sacche di colera,
morbillo, diarrea e malnutrizione." Dopo anni di guerra civile
negli anni '90, il Burundi ha intrapreso un percorso di ripresa
economica ma gli operatori umanitari hanno affermato che c'e'
ancora molto da fare affinche' i bisogni primari vengano
garantiti. La guerra ha privato la popolazione del diritto a
servizi base come la sanita', l'educazione ed i servizi igienici.
Le infrastrutture sono state profusamente danneggiate e quel poco
che e' rimasto intatto non e' stato mantenuto, con conseguenze
drastiche per la fornitura di servizi sanitari mentre fanno
ritorno malattie prevenibili o precedentemente sradicate.
"Abbiamo avuto casi di poliomielite alcuni mesi fa; ci sono casi
di morbillo e colera, che hanno raggiunto proporzioni epidemiche,
soprattutto a causa dello scarso accesso all'acqua e ai servizi
igienici - ha affermato Dei -. In alcune zone del paese, in
particolare nelle montagne, si sta verificando una epidemia di
malaria."
Il tasso di malnutrizione cronica in Burundi supera il 50% e
piu' del 60% della popolazione e' considerata a rischio
alimentare.
Methode Niyongendako, consulente per l'Organizzazione per le
nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), ha
affermato che il deficit alimentare del Burundi era di almeno 400
tonnellate, con alcune regioni in fase di crisi. Mentre il
deficit in altre aree era a livello di insicurezza alimentare,
"una qualsiasi piccola scossa potrebbe provocare insicurezza
alimentare cronica", ha detto Niyongendako.
Le regioni piu' colpite sono il Bugesera - che copre la provincia
nord di Kirundo e parte della provincia Muyinga - insieme alla
regione del Moso, che include le province orientali di Ruyigi,
Rutana, Cankuzo e parte della provincia meridionale di Makamba.
Il raccolto per la stagione agricola 2011, nota come stagione A -
da settembre a febbraio - non migliorera' la situazione a causa
del fenomeno La Niña, che ha colpito la maggior parte delle
regioni affette da insicurezza alimentare.
L'ultimo bollettino del sistema nazionale di allarme sulla
sicurezza alimentare indica che il deficit di piogge provocato
dal fenomeno La Niña in alcune regioni montagnose e le
inondazioni che hanno danneggiato i raccolti in queste aree hanno
compromesso le possibilita' di un buon raccolto per la stagione
A.
Il 12 febbraio, due persone sono morte e 10 ferite a Mena nella
comunita' Kabezi del Bujumbura rurale quando le loro case sono
crollate in seguito a forti piogge. L'amministratore di Kabezi
Le'once Ndinzirindi ha affermato che 100 case e diversi ettari di
manioca, fagioli e banane sono andati distrutti.
L'accesso al cibo rimane quindi una sfida cruciale e un motivo
di preoccupazione per la comunita' umanitaria in quanto potrebbe
compromettere le possibilita' del Burundi di raggiungere una
stabilita'. "Se non prestiamo particolare attenzione
all'alimentazione della gente, cio' che potrebbe accadere e' che
queste persone, a causa della poverta', sviluppino meccanismi
negativi di gestione del rischio di essere facilmente arruolati
in gruppi armati o bande criminali - ha affermato Dei -. Questa
e' una situazione che possiamo evitare; e' la preoccupazione
principale che abbiamo oggigiorno in questo paese." Dei ha
affermato che esiste un piano di investimento nazionale per
l'agricoltura che permetterebbe al paese di accedere ai fondi dei
programmi per la sicurezza alimentare e l'agricoltura globale
gestiti dalla Banca Mondiale. Per quest'anno e' previsto un forum
nazionale sull'agricoltura e l'alimentazione e ci si aspetta che
la fame e l'alimentazione vengano posti all'attenzione
dell'agenda di governo.
L'insicurezza alimentare potrebbe aggravare una situazione gia'
fragile poiche' il conflitto ha danneggiato fortemente
l'agricoltura, distruggendo la produzione di semi e le
infrastrutture agricole. Almeno il 90% della popolazione dipende
dall'agricoltura come sostentamento principale; l'alto tasso di
popolazione e la scarsita' di terreni sono altri fattori che
contribuiscono ad aggravare l'insicurezza alimentare.
Dai ha detto che il Programma alimentare mondiale dell'Onu (Wfp)
stava monitorando i segmenti di popolazione piu' vulnerabili e
aveva sviluppato un sistema di mappatura per localizzare i
momenti critici della situazione. Ha affermato che il Wfp stava
anche guardando ad "un nuovo sistema di denaro e buoni acquisto
per aiutare i gruppi vulnerabili ad acquistare i cibi base
durante questo periodo di crescita dei prezzi".
Dall'inizio del 2011, i prezzi del carburante sono aumentati da
1,750 franchi a 1,900 franchi (1.54 dollari statunitensi), ed un
chilo di riso e' aumentato da 1,000 (0.80 dollari) a 1,300
franchi (1.04 dollari). "La comunita' internazionale dovrebbe
prestare attenzione a cio' che sta accadendo in Burundi in quanto
la poverta' e gli effetti devastanti della crisi socio-politica
sulla popolazione potrebbero generare tensione sociale," ha detto
Dei. "I bisogni della popolazione stanno crescendo sempre di
piu'; oggi abbiamo bisogno di investire forse 200 milioni di
dollari nell'alimentazione e nel cibo, ma tale cifra crescera' in
maniera esponenziale se non interveniamo immediatamente".
(Wel/ Dire)