(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 mag. - Domani sara' l'ultimo
giorno di lavoro per i nove ragazzi disabili che lavorano presso
l'ufficio stampa della Protezione Civile italiana. Il servizio di
rassegna stampa, che svolgono dal 2004, e' statoesternalizzato.La
Protezione civileinterrompe cosi' un rapporto che negli anni si
e' sviluppato oltre la rassegna stampa, con ilmonitoraggio dei
media ela partecipazionea tutte le emergenze, dallo tsunami in
Sri-Lanka al terremoto dell'Aquila. Nel tempo,i ragazzi "Abili a
proteggere" hanno iniziato a tracciare il percorso per la
creazione di un vero ufficio, interno al Dipartimento, che si
occupasse in maniera specifica di disabilita' e protezione civile.
"Dal primo giugno - spiega il presidente della cooperativa
Europe Consulting Alessandro Radicchi, di cui i ragazzi sono soci
- sara' l'agenzia Telpress a occuparsi della rassegna stampa. I
nostri ragazzi sono stati estromessi dal servizio che hanno
svolto dal 2004 e il loro progetto disabilita', cioe' quello di
un ufficio per i disabili gestito da disabili, e' stato ridotto a
un problema burocratico". Ora, prosegue Radicchi, "noi non
possiamo fare finta di niente, e chiediamo che ci sia una gara
per assegnare il progetto dell'Unita' disabilita' ai ragazzi
attraverso lo strumento della clausola sociale. I ragazzi hanno
diritto alla ricollocazione"."Stamattina - prosegue il presidente
-i ragazzi hanno avuto un incontro con il capo dipartimento
Gabrielli, il quale ha promesso che ci fara' sapere se
l'avvocatura dello Stato dira'si' alla gara con la clausola
sociale. Ci vorra' un mese di tempo, vedremo cosa succede. La
cooperativa e' pronta a farsi carico dei ragazzi, in ogni caso le
cose non dovevano andare cosi'".
"Perche' si arriva oggi a dire che non ci sono i soldi?", si
chiede Radicchi. "L'attuale capo dipartimento ci ha detto che lui
non risponde del progetto di cui si e' occupato Bertolaso, e ha
aggiunto che e' stato bloccato da Palazzo Chigi, perche' non ci
sono i presupposti per assegnarlo alla Europe Consulting".
"Quando sette anni fa, il gruppo 'Abili a proteggere' e' entrato
per la prima volta a Via Ulpiano a Roma, negli uffici della
protezione Civile, non esistevano neanche i bagni accessibili per
persone disabili. Oggi si era finalmente creato da
quell'esperienza un nuovo servizio per il nostro paese che
avrebbe colmato una mancanza sostanziale di quell'ufficio ma
avrebbe anche abbattuto barriere ben piu' profondamente radicate
nella 'non cultura' di cui l'Italia non ha piu' bisogno".
Tutto questo pero', "il 1 giugno 2011 si interrompera' per non
ben chiare motivazioni burocratiche o di bilancio. Dopo avere
donato se stessi nelle situazioni piu' disperate - terremoti,
catastrofi, inondazioni, superando con tenacia e dedizioni ogni
loro dis-abilita' che in quell'occasione si trasformava invece in
una risorsa, in una abilita' da mettere a disposizione del
prossimo, la loro storia si interrompe. I nove ragazzi e ragazze
disabili dovranno andare via dal Dipartimento Protezione Civile,
lasciandosi alle spalle solo i resti delle le barriere fisiche
che sono riusciti ad abbattere ma fermati da barriere
burocratiche ed evidentemente culturali che neanche la loro
abilita' e la loro professionalita' riescono a superare. E' come
se mentre stiamo leggendo un libro appassionante, quando ormai
siamo alla fine in procinto di leggere l'epilogo, voltiamo pagina
e... Nulla. Un foglio bianco. Possiamo permettere che questo
accada?", conclude Radicchi.
La questione e' stata sottoposta dalla cooperativa anche al
sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministriGianni
Letta con una lettera: "Nonostante i molti sforzi in questo
senso, pare che insormontabili difficolta' amministrative si
oppongano alla fattibilita' di questo progetto e alla
prosecuzione del rapporto con lacooperativa sociale della quale i
disabili in attivita' presso il Dipartimento sono soci, facendo
sfumare l'opportunita' di un'azione concreta di grande valore
civile e politico verso il mondo delle persone disabili e ponendo
dieci persone, che per anni hanno vestito con orgoglio la maglia
della protezione civile, nella condizione di non sentirsi piu'
'abili a proteggere'.Nel portare alla sua attenzione la
questione, ci auguriamo che sia ancora possibile riconoscere la
validita' di questa iniziativa congiunta tra Stato, cooperazione
sociale e mondo della disabilita', che ha dato lustro al
Dipartimento della Protezione Civile e ai lavoratori disabili la
consapevolezza di essere a pieno titolo cittadini di questo
Paese". (ab) Vai al portale: http://www.abiliaproteggere.net/
"Abilia proteggere"
(Wel/ Dire)