(DIRE - Notiziario Sanita') Udine, 26 mag. - L'udito e' il senso
che ci da' la consapevolezza di essere immersi nel cosiddetto
"bagno sonoro" che ci circonda in ogni istante della nostra vita
e che ne e' espressione. E il "bagno" e' il punto di arrivo, il
traguardo, se non un vero e proprio sogno della ricerca nel campo
degli impianti cocleari. Per ora il presente piu' avanzato si
chiama impianto cocleare bilaterale. Perche' sentire con un solo
orecchio non solo riduce la capacita' di localizzare la
provenienza di un suono, ma ostacola anche la capacita' di
seguire una conversazione sia nel silenzio che in un ambiente
rumoroso. E durante l'infanzia e l'adolescenza la perdita
dell'udito da un orecchio puo' influire negativamente sullo
sviluppo. Inoltre, la maturazione delle aree del cervello
dedicate all'udito rimane, nelle sordita' di questo tipo,
parzialmente deficitaria.
Dunque, in attesa che la tecnologia ibrida diventi realta', il
presidente della Societa' mondiale di otorinolaringoiatria, Chong
Sun Kim ha colto l'occasione del 98^ congresso nazionale Sio,
Societa' italiana di otorinolaringologia e chirurgia
cervico-facciale (a Udine fino a sabato), per fare il punto sulla
situazione: "Negli ultimi decenni c'e' stata una serie di
proteste, anche su vasta scala, contro gli impianti cocleari, ma
oggi e' una delle metodiche piu' consolidate sia per gli adulti
che per i bambini. Anzi, si puo' dire che l'impianto precoce e'
ormai la regola. L'efficacia negli impianti dopo i 12 mesi d'eta'
da' esito favorevole nella maggioranza dei casi, e non c'e' stato
un aumento di complicanze chirurgico-anestesiologiche. Certo,
abbiamo bisogno di un follow up maggiore per un'evidenza ancor
piu' solida di questi risultati, ma abbiamo il futuro dalla
nostra parte".
Oggi, nella valutazione di un potenziale candidato
all'impianto cocleare, si pone grande attenzione a migliorare le
capacita' uditive di entrambe le orecchie. Ai pazienti viene
proposta sia la stimolazione "bimodale", ossia con impianto
cocleare da un lato e protesi acustica dall'altro, sia la
stimolazione bilaterale, con un impianto cocleare per lato.
La scelta di uno dei due metodi non ha generalmente grande
importanza se non nel bambino; difatti in questo caso, affinche'
il sistema nervoso si sviluppi omogeneamente ed il piccolo possa
avere un udito binaurale a tutti gli effetti, e' preferibile
utilizzare la stimolazione bilaterale.
Diverse obiezioni in passato ed ancora oggi vengono mosse a
questo tipo di impianto. Una di esse si basa sul fatto che il
posizionamento dell'impianto in entrambe le orecchie preclude
definitivamente l'accesso ad eventuali nuove possibilita'
terapeutiche, in particolare alle cellule staminali. Questo e'
sicuramente uno svantaggio. Ma lo stesso Chong Sun Kim ci tiene a
sottolineare che "sono molto i vantaggi anche negli impianti
bilaterali, soprattutto in eta' pediatrica. E' ormai una
procedura sicura a tutti gli effetti. Le complicanze principali,
poco sotto il 50% del totale, sono dovute solo al
malfunzionamento del dispositivo. E in totale solo l'1,7% ha dato
problemi. Da molti anni si parla di impianti ibridi, e dobbiamo
essere pronti anche a quelli. Ma per ora ci proponiamo
sicuramente di aumentare la quota di impianti bilaterali, e
cominciare anche prima dei 12 mesi".
(Pic/ Dire)