(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 mag. - Giovani, lavoratori,
con un titolo di studio medio-alto: sono i donatori di sangue
italiani ritratti dal Censis, che oggi a Parma ha presentato gli
esiti di un'indagine realizzata in collaborazione con Fidas.
Nella rilevazione sono stati coinvolti i 3.367 donatori che si
sono recati nei centri collegati alle 69 associazioni federate
nel periodo tra settembre 2010 e gennaio 2011. Confrontando i
dati raccolti con quelli demografici del paese e' stato possibile
delineare l'identikit del donatore-tipo. Se la percentuale
maggiore di donatori si concentra nella fascia d'eta' 45-65 anni
(il 32,7% del campione), la maggiore incidenza rispetto alla
popolazione di riferimento si registra pero' tra gli under 29 e
tra i "giovani adulti" (29-35 anni): al primo gruppo - che
rappresenta il 18,4% degli italiani - appartiene il 20,3% dei
donatori, nel secondo (15,3% degli italiani) rientra il 19,4% del
campione. Per quanto riguarda il genere, sono soprattutto i
maschi a donare (68,8%). La forbice varia, pero', a seconda
dell'eta': il gap e' minimo fino ai 29 anni (dona 1 donna ogni
1,40 uomini), ma arriva e a un rapporto di 1 a 2,6 sopra i 46
anni. A causare l'assenza della componente femminile sono
soprattutto dei limiti oggettivi: le donne devono fermarsi per un
anno dopo il parto, non possono donare sangue intero durante il
ciclo e comunque non piu' di due volte all'anno (per gli uomini
il limite e' 4). Delle donatrici, quasi la meta' ha meno di 35
anni (il 46,2%).
La maggioranza delle persone intervistate e' diplomata (59,0%) o
laureata (18,9%). Perlopiu' si tratta di lavoratori (il 74,7%,
contro il 56,9% della popolazione italiana), mentre le persone
inattive, tra cui casalinghe, pensionati e studenti,
rappresentano il 21% del campione, contro il 37,8% della
popolazione italiana compresa tra i 15 ed i 64 anni. "I dati - si
legge nel report - sembrano suggerire che a donare siano
soprattutto persone che sono parte attiva del tessuto produttivo
del paese". E questo vale soprattutto per le donne: le donatrici
occupate sono il 63,5% (in rapporto al 46,1% della popolazione
femminile che lavora). Diffusa e' la donazione tra gli impiegati
(35,8%) e gli operai (27%), minore e' l'apporto di liberi
professionisti (7%), insegnanti (4,9%), artigiani e commercianti
(entrambi al 4,3%). L'analisi del Censis e' chiara: "La cultura
della donazione - si legge nelle conclusioni - e' sensibilmente
piu' tenue in quelle fasce della popolazione che si percepiscono
come deboli, sotto il profilo non solo sanitario, ma soprattutto
sotto il profilo sociale ed economico: anche tra i giovani, gli
studenti, le donne, chi in generale rimane fuori dal mercato del
lavoro non riesce a sentirsi nella posizione di potere, e dovere,
dare". Guardando, infine, la cartina dell'Italia, la maggior
concentrazione di donatori si trova a Nordest (36,8% del
campione), un altro 29,3% risiede al Sud e nelle isole, il 18,2%
a Nord-Ovest e il 15,7% nel Centro. La distribuzione geografica
ricalca fedelmente la presenza di sedi Fidas sul territorio.
(Wel/ Dire)