(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 mag. - L'indagine
Censis-Fidas presentata a Parma lo dice a chiare lettere: i
giovani italiani donano il sangue e lo fanno, in proporzione,
piu' degli adulti. Ma non e' sufficiente, perche' "di loro c'e'
gran bisogno", come si legge nel rapporto finale. Le conclusioni,
infatti, non lasciano adito a dubbi: "Il numero di nuovi donatori
in eta' giovanile rappresenta una criticita' decisiva per il
futuro dell'approvvigionamento di sangue". E questo per due
ragioni: la prima sta tutta nelle previsioni demografiche, che
indicano le nuove generazioni come "una componente della
popolazione destinata a ridursi significativamente nei prossimi
decenni". La seconda e' che "l'invecchiamento complessivo della
popolazione e' fatalmente destinato a far aumentare il fabbisogno
di sangue - spiega il Censis -: l'autosufficienza raggiunta
dall'Italia e' un traguardo che non puo' essere dato per scontato
e che si rischia di vedere sfumare nei prossimi decenni".
In virtu' di queste prospettive, diventa urgente studiare e
mettere in pratica tutte le opzioni possibili per attirare nuovi
donatori. Per capire quali azioni possano essere maggiormente
efficaci e' stata chiesta l'opinione di chi, con il proprio
esempio, promuove quotidianamente il dono. In generale, c'e'
consenso sull'utilita' di campagne pubblicitarie su larga scala,
in televisione e per mezzo di affissioni (il 58,2% del campione
si e' espresso in questo senso) e sulla validita' delle attivita'
di sensibilizzazione nelle scuole (55,3%). La componente
giovanile dei donatori Fidas, chiamata in causa direttamente,
ritiene particolarmente efficace la promozione del dono
attraverso le iniziative sportive (40%) e coinvolgendo
maggiormente le istituzioni scolastiche: il 40% dei giovani
donatori sposa l'ipotesi di incentivi per gli studenti, magari
con l'introduzione di crediti formativi.
(Pic/ Dire)