(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 mag. - La Convenzione Onu
sui diritti delle persone con disabilita' ha fatto cento. Lo
scorso 10 maggio, con la ratifica della Colombia, sono diventate
infatti proprio cento le nazioni che hanno firmato e ratificato
il primo trattato sui diritti umani del nuovo millennio: in cento
Stati del mondo, dunque, la Convenzione e' effettivamente entrata
in vigore. I dati aggiornati riguardanti la Convenzione parlano
dunque di 148 stati che hanno firmato il testo della Convenzione
(100 dei quali, appunto, hanno proceduto con la ratifica) e di 90
nazioni che hanno firmato il Protocollo opzionale (ratificato da
61 di queste).
"Si tratta - ha immediatamente commentato il segretario generale
delle Nazioni Unite Ban Ki-moon - di un'importante pietra miliare
per la Colombia e per l'intera comunita' mondiale: la Convenzione
sui diritti delle persone con disabilita' e' un potente strumento
per l'inclusione e lo sviluppo, va utilizzato per produrre
effettivi miglioramenti nella vita delle persone con
disabilita'". "Siamo fortemente incoraggiati - gli ha fatto eco
Sha Zukang, sottosegretario generale del Dipartimento degli
affari sociali ed economici - dalla centesima ratifica della
Convenzione: essa rappresenta un grande risultato per la
comunita' internazionale nel cammino verso una societa' giusta ed
equa, basata sulle pari opportunita' per tutti, persone con
disabilita' incluse".
La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilita' e'
il primo trattato sui diritti umani siglato nel 21esimo secolo:
aperto alla firma il 30 marzo 2007 e immediatamente siglato da 82
paesi (un record, mai un trattato era stato firmato il primo
giorno da cosi' tanti paesi). Obiettivo della Convenzione e'
garantire che le persone con disabilita' godano degli stessi
diritti degli altri individui, e conducano a pieno titolo una
vita da cittadini, essendo messi in grado di dare un contributo
significativo alla societa' sulla base della garanzia delle
medesime opportunita'. La Convenzione rivendica i diritti alla
non discriminazione e all'uguaglianza di fronte alla legge, alla
liberta' e alla difesa dell'individuo, all'accessibilita', alla
mobilita' personale, all'indipendenza, alla salute, al lavoro e
all'istruzione, alla partecipazione alla vita politica e
culturale. Per raggiungere questi scopi, la Convenzione richiede
cambiamenti concreti attraverso leggi efficaci e un cambiamento
di mentalita': il passaggio cioe' da una visione "medica" ad una
visione "sociale" della disabilita', vista dunque come il
risultato dell'interazione fra una persona e l'ambiente che la
circonda. Nel mondo si calcola che il 10% della popolazione,
cioe' circa 650 milioni di persone, viva con una disabilita'.
L'Italia e' fra i paesi che hanno firmato immediatamente sia la
Convenzione sia il Protocollo opzionale: alla firma del 30 marzo
2007 e' poi seguita la ratifica, depositata ufficialmente alle
Nazioni Unite il 15 maggio 2009. La gran parte dei paesi europei
e' nella stessa situazione italiana, avendo ratificato sia il
testo della Convenzione sia il protocollo aggiuntivo, come anche
praticamente tutta l'America centrale e l'America latina (dal
Messico all'Argentina, con rare eccezioni). Fra i grandi paesi,
anche l'Australia ha ratificato Convenzione e Protocollo. Piu'
diluita la situazione negli altri continenti: la Cina (come il
Canada e l'India) ha firmato e ratificato la Convenzione ma non
il Protocollo, mentre gli Stati Uniti non hanno ancora proceduto
ad alcuna ratifica, e sono fermi alla sola firma del testo della
Convenzione. Nella stessa situazione si trovano anche Russia e
Giappone. Molto diluita, infine, la situazione in Africa: il
Sudafrica ha ratificato Convenzione e Protocollo, come anche fra
gli altri Sudan, Nigeria, Tanzania e Tunisia. Algeria, Etiopia,
Kenya e Egitto hanno ratificato la sola Convenzione, mentre paesi
come Ciad, Angola e Repubblica Democratica del Congo non hanno
finora neppure firmato il testo della Convenzione.
(Wel/ Dire)