SUCCEDE A GABICCE MARE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 lug. - Niente cani ne'
disabili perche' disturbano i clienti dell'hotel. E' la risposta
che si e' sentito dare per telefono da alcuni albergatori della
riviera romagnola, nello specifico di Gabicce Mare, il presidente
di Azione Parkinson, Claudio Passalacqua, che cercava di
organizzare le vacanze per i membri dell'associazione. La
denuncia arriva durante il convegno al Cnel in cui si presentano
gli esiti di una ricerca Censis/Fondazione Serono sull'assistenza
alle persone disabili e alle famiglie, nello specifico su chi e'
colpito da sindrome di Down e sugli ammalati di Parkinson. "Come
ogni anno, per le vacanze estive cerchiamo delle pensioni a basso
prezzo per passare le vacanze estive e alcuni proprietari ci
hanno detto che non accettano disabili e animali domestici"
racconta Passalacqua.
La difficolta' di prenotare le vacanze si assomma agli ostacoli
quotidiani di chi soffre di questa patologia.
"L'approvvigionamento dei farmaci e' una lunga trafila, una corsa
a tappe che somiglia a un gioco dell'oca - lamenta il presidente
di Azione Parkinson - mentre nel resto d'Europa la consegna dei
farmaci avviene a domicilio, in Italia c'e' piu' attenzione alla
burocrazia che al paziente, un altro aspetto critico e'
l'assistenza domiciliare, le persone non sempre hanno la
possibilita' di pagare una caregiver, quindi o mettiamo servizi
domiciliari pubblici oppure diamo sgravi fiscali. Il
miglioramento della qualita' della vita e' un diritto
indiscutibile, non una concessione delle istituzioni".
Passalacqua sottolinea che a queste carenze si aggiungono i tagli
del welfare. "Questo porta a una inversione di ruoli - dice - lo
Stato mette a cvarico delle famiglie cio' che gli e' dovuto. Se
non ci si puo' permettere una persona per l'assistenza, un
familiare deve lasciare il lavoro per curare la persona ammalata
di Parkinson e quest'ultimo si sente un peso per la famiglia. Di
solito si reagisce chiudendosi sempre piu' in se stessi".
Passalacqua lancia l'allarme sul quanto avviene nella regione
Lazio, "caso unico in Italia", dove i malati di Parkinoson piu'
gravi, operati al Cto a cui viene inserito una specie di bypass,
non riescono ad avere la sostituzione delle pile esaurite dopo
tre anni. "Costano 13 mila euro e c'e' il diritto alla
sostituzione, ma nel Lazio rispondono di non avere mai i soldi,
senza le pile un'operazione dolorosa si rivela inutile" conclude.
(Wel/ Dire)