(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 lug. - In merito all'accesso
all'assistenza protesica e integrativa, l'80% dei cittadini
complessivamente considerati dichiara di aver ricevuto
informazioni, tuttavia il Sud si posiziona di 5 punti percentuali
al di sotto della media mentre il Nord-est si distanzia in
positivo. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto di
Cittadinanzattiva dal titolo "Percorsi critici, qualita' della
vita e buone pratiche".
Ad oggi, ben 1 cittadino su 5 non e' stato in grado di ottenere
informazioni. Quelle ottenute sono buone o sufficienti per la
maggioranza, mentre per il 16% sono pessime o scarse. Per
ottenere informazioni ci si rivolge di piu' al medico di famiglia
o alle associazioni, poco al sito web delle Asl o all'ufficio
relazioni con il pubblico.
Diritti che rimbalzano. Prevale la quota di cittadini che per
ottenere l'autorizzazione ha dovuto recarsi solo 1-2 volte presso
uffici (40%), ma un 22% ha dovuto effettuare addirittura piu' di
4 passaggi. Se a questa quota si aggiungono coloro che si sono
spostati 3-4 volte (22%), emerge un quadro preoccupante di una
meta' circa di rispondenti che si vedono "rimpallati" da un
ufficio all'altro prima di ottenere il riconoscimento del proprio
diritto. Con il Sud del paese in cui questo dato sale fino al
70%. Emerge che in piu' della meta' dei casi sono le famiglie (o
la rete sociale amicale) ad accollarsi l'onere di avviare e
seguire tutta la pratica amministrativa necessaria per ottenere
il riconoscimento al diritto.
L'ottenimento del rinnovo dell'autorizzazione sembra essere piu'
agevole rispetto all'autorizzazione iniziale, ma non ovunque,
come dimostra un 37% degli interpellati che ha dovuto recarsi da
2 a 4 volte presso uffici per vedere rinnovato il proprio diritto
alla fornitura.
Attese e costi per le famiglie. Il 25% dei cittadini
complessivamente considerati, durante il periodo trascorso in
attesa di ricevere l'autorizzazione ha dovuto sostenere dei costi
a proprio per acquistare o noleggiare i dispositivi di cui aveva
bisogno tempestivamente, e per i quali non poteva attendere i
tempi della burocrazia. Situazione che si verifica piu' spesso al
Centro.
L'attesa incide molto sui costi sostenuti dai cittadini: si va
dai 35 euro per il noleggio di una sedia a ruote ai 500 per un
letto elettrico, sino a spendere 2200 euro per un sollevatore per
il bagno o addirittura 6 mila per una carrozzina elettrica
verticalizzante. Relativamente ai soli dispositivi di assistenza
protesica, per il 20% dei cittadini le spese complessive
sostenute a proprio carico durante tutta la durata della loro
esperienza di fruitori hanno inciso in modo notevolmente negativo
sul bilancio familiare, percentuale che aumenta quasi al 50% se
si considerano anche coloro che ritengono di aver avuto alcune
ripercussioni negative. Inoltre, il 13% ha dovuto sostenere costi
aggiuntivi a suo carico per acquistare dispositivi, a causa della
carenza di qualita' di quelli erogati dal Ssn.
Liberta' di scelta, innovazione, presidi inadeguati. Dal
rapporto di Cittadinanzattiva emerge che il 61% dei cittadini che
usufruisce dell'assistenza protesica e' consapevole dei margini
di liberta' di scelta previsti dal Nomenclatore tariffario: la
possibilita', cioe', che l'assistito scelga un tipo o un modello
di dispositivo non incluso ma riconducibile a quello prescritto,
a giudizio dello specialista prescrittore, integrando l'eventuale
differenza di prezzo. Inoltre il 38% dei rispondenti ha
informazioni sull'esistenza di dispositivi "in comodato d'uso"
piu' innovativi rispetto a quelli che riceve dalla Asl.
Interessanti i dati relativi al giudizio dei cittadini sul
livello di innovativita' dei dispositivi che ricevono: la maggior
parte ritiene mediamente funzionali (79%) i dispositivi ricevuti,
il 12% li ritiene innovativi e il 9% li considera obsoleti.
Nel 13% dei casi sono stati erogati dispositivi diversi da quelli
prescritti dal medico, mentre casi di difetti di funzionamento
dei dispositivi sono stati riscontrati dal 15% dei cittadini.
Tra chi si e' visto recapitare un presidio non adatto ai propri
bisogni, il 32% ha richiesto alla Asl l'erogazione di un
dispositivo alternativo: ebbene, soltanto al 48% dei rispondenti
e' stata autorizzata l'erogazione del dispositivo alternativo
richiesto (nel 65% dei casi integrando la differenza di prezzo),
mentre per il 7% cio' e' avvenuto parzialmente.
Il 35% dei cittadini ai quali invece e' stata negata
l'autorizzazione del dispositivo alternativo richiesto ha dovuto
acquistare a proprio carico il dispositivo necessario.
Solo il 46% di coloro che hanno avuto bisogno di una
personalizzazione del dispositivo dovuta ad aumento delle
dimensioni corporee o al peggioramento dello stato di salute ha
avuto dalla Asl l'autorizzazione a tali lavori. Inoltre, il 21%
ha incontrato difficolta' nell'ottenere tale autorizzazione.
(Wel/ Dire)