ROMA - Cittadinanzattiva, a margine dei risultati dell'indagine
condotta con questionari in tutta Italia su assitenza protesica e
integrativa, propone otto azioni che potrebbero portare a una
"nuova governance" in questo ambito.
Eccole: porre al centro il cittadino, adottando la logica della
presa in carico dei bisogni; rivedere il Nomenclatore tariffario
e l'impostazione rigida della regolamentazione del settore, con
aggiornamento e monitoraggio dei Lea per l'assistenza protesica e
integrativa: a questo proposito si chiede l'istituzione di
un'agenzia in grado di assicurare la terzieta', come avviene per
i farmaci, e al ministero un tavolo permanente di lavoro composto
dalle organizzazioni di tutela del diritto alla Salute al fine di
monitorare l'effettiva applicazione del Nomenclatore Tariffario
delle protesi, dei presidi e degli ausili, segnalare eventuali
difficolta' di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini,
garantire la periodica revisione.
Terzo punto, non scaricare sul cittadino i costi del mancato
adeguamento del Nomenclatore. Quarto, realizzare
un'omogeneizzazione e una semplificazione delle procedure per
l'accesso e l'autorizzazione dei dispositivi, poiche' "non e'
accettabile che un cittadino abbia diritto a prestazioni e
modalita' di trattamento diverse in relazione alla regione o alla
Asl di appartenenza".
Poi, aumentare la trasparenza del processo e dare garanzie ai
cittadini: a tale scopo Cittadinanzattiva propone una Carta della
Qualita' dell'assistenza protesica e integrativa, che
responsabilizzi maggiormente le strutture e i professionisti
coinvolti e tuteli i cittadini in caso di disservizi. Sesta
proposta, rafforzare l'empowerment e la partecipazione dei
cittadini e delle associazioni, quindi diffondere le buone
pratiche e promuovere l'innovazione e, in ultimo "creare una
logica di responsabilita' e di rendicontazione nella filiera: un
sistema cosi' complesso cambia solo se tutti gli attori coinvolti
entrano in una prospettiva di co-responsabilita' e condivisione
del valore da creare per la collettivita'. Solo da una condivisa
e responsabile definizione di regole e standard minimi di
garanzia per i cittadini, puo' derivare un equilibrio tra
universalita' dei diritti e sostenibilita' del sistema".
(Wel/ Dire)