"RAPPORTO SULLA POVERTA'" DELLA COMUNITA' DI SANT'EGIDIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 27 giu. - "La famiglia e'
sempre piu' il welfare italiano, senza aiuti adeguati. Azzerato
il fondo per l'autosufficienza, diminuito di 2/3 in 3 anni il
Fondo nazionale per le politiche sociali, con uno sguardo attento
ai dati regionali e nazionali si osserva come, in assenza di un
minore aiuto da parte dello stato, la famiglia e il volontariato
rimangono di fatto le uniche forme di sostegno duraturo per le
persone disabili". La denuncia e' contenuta nel "1° Rapporto
sulla poverta' a Roma e nel Lazio", a cura della Comunita' di
Sant'Egidio, illustrato stamani presso la Sala del Tempio di
Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma.
"Sulla stampa nazionale e' stato dato molto risalto alla revoca,
successiva alla tornata di verifiche da parte dell'Inps, di una
pensione di invalidita' civile su 4. Purtroppo anche ad alcuni
disabili gravi e' stata revocata, per mero errore, la pensione.
Per ripristinarla ci vogliono mesi, e spesso si tratta dell'unica
fonte di reddito familiare", osserva il Rapporto. Inoltre, "i
tagli effettuati in vari modi alla spesa sanitaria hanno portato
a una riduzione consistente degli interventi di riabilitazione
neuromotoria e della sempre piu' necessaria assistenza
domiciliare".
Per quanto riguarda i servizi di assistenza agli anziani non
autosufficienti, "tendono ad essere dislocati nei piccoli centri,
generando lo sradicamento dal territorio di origine. Sempre piu'
si muore lontano da casa, in un altro comune". Infatti - pur
fortemente penalizzata a livello dei servizi, nonostante
l'aumento della richiesta legata all'espansione demografica degli
ultimi anni - "la provincia vanta tuttavia posti letto per
patologie non acute piu' numerosi rispetto alla capitale. Tutto
cio' ricade pesantemente sulle famiglie costrette a spostarsi per
poter assistere i propri cari o a dover far riferimento a servizi
di tipo privato".
Al 1° gennaio 2010 nel Lazio l'Istat registrava 1.123.067 di
ultra 65 enni di persone, pari al 19,7% della popolazione, ma le
proiezioni affermano che in futuro arriveranno al 33%. "Il
fenomeno delle badanti e' la concreta risposta alle carenze del
welfare nostrano, in particolare nell'assistenza ai disabili e
agli anziani. D'altra parte, a fronte di una disponibilita'
residenziale insufficiente, i servizi domiciliari continuano a
rappresentare una percentuale residuale dell'offerta esistente",
lamenta l'indagine, suggerendo di "introdurre misure che
alleggeriscano gli oneri a carico delle famiglie, ad esempio
attraverso la detassazione delle spese destinate a fini
assistenziali, l'introduzione di detrazioni sugli oneri
contributivi da versare in favore degli assistenti familiari o di
contributi per consentire regolari assunzioni. Maggiori garanzie
in ambito contrattuale, adeguata formazione per chi svolge lavori
di cura, possono rappresentare una maggiore garanzia di qualita'
per chi e' assistito".
Scarsa l'assistenza anche per i detenuti: "I tossicodipendenti in
carcere nel Lazio sono circa 1.800. Sempre piu' raramente vengono
affidati alle comunita' terapeutiche, a causa della mancanza di
fondi. Espiano cosi' l'intera pena in carcere, senza avere
l'opportunita' di seguire un percorso terapeutico", riferisce il
Rapporto, ricordando i 24 bambini sotto i 3 anni "ospitati con le
madri nel carcere femminile di Rebibbia, in attesa di una
disposizione legislativa che ne preveda una diversa e piu' umana
collocazione". In tempi di crisi finanziaria e sociale, le 14
carceri nel Lazio diventano sempre di piu' "un contenitore di
poverta'", caratterizzato da "sovraffollamento, riduzione dei
fondi destinati alla vita dei detenuti, carenza di personale".
Nel Lazio dietro le sbarre vivono 6.363 detenuti, ma "la capienza
regolamentare prevista sarebbe di 4.661"; si tratta di circa il
10% dei detenuti nel Paese; quasi la meta' sono in attesa di
sentenza definitiva. Anche nel Lazio "gli episodi di
autolesionismo sono frequenti e i suicidi nel 2010 sono stati 4,
a cui va aggiunto un altro caso nel 2011".
(Wel/ Dire)