(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 giu. - Circa il 50% dei
pazienti in cura ai SerT in trattamento con metadone o con
un'altra terapia agonista per curare la dipendenza da eroina
lavora e ha un titolo di studio superiore. Uno su tre e' sposato
o convive mentre uno su quattro ha figli. E' quanto emerge da una
ricerca condotta da Gdf Eurisk e Federserd sul problema della
tossicodipendenza in Italia che ha preso in considerazione un
campione rappresentativo di 378 pazienti e 100 medici
responsabili dei SerT. "Isolamento, emarginazione o degrado
socio-culturale non sembrano piu' essere le caratteristiche
distintive del paziente tossicodipendente", commenta Stefania
Fregosi, direttore ricerche quantitative dipartimento Heathcare
Gfk Eurisko.
I pazienti in cura presso gli oltre 500 SetT attivi sul
territorio nazionale sono prevalentemente uomini (75%) e hanno un
'eta' media di 34 anni. Il consumo di eroina risulta essere
l'ultimo step di una storia di uso/abuso precoce di sostanze: si
inizia con comportamenti a rischio - fumo e alcool in eta'
adolescenziale - per poi proseguire con anfetamine, LSD, ecstasy
e cocaina (mediamente a partire dai 18 anni).
La decisione di iniziare la terapia e' una scelta fortemente
personale: nella quasi totalita' dei casi e' stato il paziente a
decidere di intraprendere un percorso di cura, spesso aiutato
anche da familiari e amici. "Sono pazienti motivati che vogliono
curarsi per riprendere una vita normale (nel 53% dei casi) e
perche' preoccupati per la propria salute (87%)", aggiunge
Stefania Fregosi.
L'80% del campione si dice soddisfatto o molto soddisfatto
della terapia seguita, che viene vista come un alleato per uscire
dal giro della droga e rappresenta un tramite per la
"risocializzazione". In quest'ottica, risulta positivo il fatto
che il 71% riceva il farmaco (metadone nel 67% dei casi, Subuxone
nel 20% dei casi) a domicilio per brevi periodi. "Alcuni miei
pazienti devono percorrere anche 35 chilometri per la terapia
-commenta Pietro Fausto d'Egidio, segretario esecutivo nazionale
di Federserd-. Poter godere di questa autonomia e non recarsi al
servizio tutti i giorni, favorisce il ritorno del paziente a una
vita normale".
Altro elemento importante per il successo della terapia e' un
approccio integrato di terapia farmacologica e terapia
psicologica o counceling sociale: il 72% dei pazienti usufruisce
di questo approccio integrato e nove pazienti su dieci ne
riconoscono l'effettiva utilita'. Una figura importante, quella
dello psicologo, all'interno dei SerT.
Restano pero' due problemi ancora da risolvere: la diversione,
ovvero la vendita del farmaco agonista sul mercato nero) e il
misuso, ovvero l'iniezione-inalazione della terapia agonista.
Circa un terzo dei pazienti intervistati dichiara di aver venduto
il proprio farmaco sul mercato nero (anche se in sporadiche
occasioni) e il 15% di averlo utilizzato in modo improprio.
(www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)