(DIRE- Notiziario Sanita') Roma, 6 giu. - Difficolta' di accesso
ai farmaci, sia innovativi che di classe "C" cioe' a carico del
paziente, mancanza di autorizzazioni al commercio, registrazione
lenti di nuovi farmaci, poca trasparenza sui risultati clinici,
sia positivi che negativi: sono queste la maggiori criticita' che
emergono dal X Rapporto sulle politiche per la cronicita'
"Minori: diritti rari, costi cronici", redatto dal Coordinamento
nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC). Il
Rapporto, che verra' presentato nell'ambito della due giorni a
Riva del Garda (Fierecongressi Trento) il prossimo 10 e 11 giugno
nell'ambito del piu' ampio evento "Qualita' e sostenibilita'
attraverso la partecipazione", promosso e organizzato dal CnAMC
in collaborazione con Cittadinanzattiva, la Provincia autonoma di
Trento e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari, e' un
punto di vista nuovo sul concetto di cronicita' in ambito medico
e sanitario.
"Il Rapporto - ha infatti spiegato Maddalena Pelagalli,
presidente del CnAMC Cittadinanzattiva - ci dice che la
cronicita' interessa la fascia di eta' 0-18 anni: e' un fenomeno
infantile. In questo senso, il rapporto e' un tassello nuovo,
utile al dibattito politico. L'evento di Riva del Garda vuole
essere un momento di incontro, di dibattito, ma anche di
promozione di buone prassi. Festeggeremo ironicamente peraltro il
decimo "non compleanno" dei Lea, ma non dimenticheremo
l'importanza della formazione. Attivi e formati, si partecipa
meglio alla ricerca di una soluzione".
"Il Rapporto - ha poi aggiunto Tonino Aceti, responsabile del
CnAMC Cittadinanzattiva - e' la testimonianza di un percorso
incentrato su grandi temi, di carattere trasversale. Quest'anno
il focus e' sulle difficolta' incontrate dalle famiglie nel
sopportare la prese in carico, nel momento appunti in cui il
welfare e' debole. Per garantire cura, ma anche sostenibilita'
del sistema, siamo convinti che siano necessarie politiche
pubbliche". "Oggi - ha poi continuato - il 70% della spesa e'
indirizzata alla cronicita' ed e' il 38% della popolazione che ne
usufruisce: ridistribuire meglio la spesa e riprogrammare gli
interventi consentirebbe una fruizione universale ed equa del
servizio di assistenza e presa in carico". Secondo l'Istat, le
malattie croniche piu' diffuse sono artrosi/artrite per il 17,3%,
ipertensione per il 16%, malattie allergiche per il 9,8%,
osteoporosi per il 7%, bronchite cronica e asma bronchiale per il
6,1% e il diabete per il 4,9%.
A queste percentuali, vanno poi aggiunte anche le patologie rare.
Sono 30 milioni, infatti, nei Paesi dell'Unione europea, i
cittadini che ne soffrono. Spesso giovani, la loro condizione e'
quella di malati cronici rari. "La presa in carico - ha infine
chiosato Aceti - delle patologie croniche e rare e' ancora
insufficiente: l'80 delle associazioni coinvolte nella stesura
del Rapporto ha puntato infatti il dito sulla diagnosi tardiva.
Insomma, il diritto alla salute per i cronici rari non e' ancora
garantito, e non lo e' ancor di piu' garantito in modo uniforme
su tutto il territorio nazionale". "Nonostante - ha concluso
Aceti - la diffusione di tali patologie, e' reale la difficolta'
di accesso alle cure e la diagnosi precoce".
(Wel/ Dire)