SCHEMA PIANO SANITARIO NAZIONALE DOMANI IN CONSIGLIO MINISTRI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 gen. - E' stato approvato,
su proposta del ministro della salute, Ferruccio Fazio, "lo
schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013, sul quale verranno
sentite le organizzazioni sindacali e che verra' inviato alle
Commissioni parlamentari per il parere ed alla Conferenza
unificata per la prevista intesa".
Tra gli obiettivi e le azioni per rendere il Sistema sanitario
nazionale coerente, in termini di qualita', efficienza e corretto
utilizzo delle risorse, il Psn si occupa, fra le altre cose, del
numero dei medici.
"Considerando il numero medio di laureati in medicina e
chirurgia per anno accademico- si legge nel documento- e la quota
di questi che viene immessa annualmente nel Ssn, ci si aspetta, a
partire dal 2012, un saldo negativo tra pensionamenti e nuove
assunzioni". I professionisti sanitari, secondo quanto segnalato
nel Piano, rappresentano la larga maggioranza delle risorse umane
impiegate nel Sistema sanitario nazionale. Basti considerare che
quasi il 70% dei circa 690.000 dipendenti del Ssn con contratto a
tempo indeterminato, e' costituito da personale dirigente e del
comparto afferente ai ruoli sanitari (circa 478.000 operatori tra
medici, veterinari, odontoiatri, dirigenti sanitari non medici,
personale infermieristico, della riabilitazione,
tecnico-sanitario e di vigilanza ed ispezione).
In particolare, oltre l'80% del solo personale dei ruoli
sanitari e' costituito da dirigenti medici e infermieri (circa
112.000 medici e 276.000 infermieri per un totale di 388.000
dipendenti). Si stima, inoltre, che la forbice tra uscite ed
entrate nel Ssn tendera' ad allargarsi negli anni a seguire, data
la struttura per eta' e il numero di immatricolazioni al corso di
laurea in Medicina e Chirurgia.
E proprio per gestire questo fenomeno, che a breve potrebbe
determinare una carenza di camici bianchi, il ministero della
Salute ha richiesto un ampliamento dell'offerta formativa, ossia
del numero delle immatricolazioni ai corsi di laurea in Medicina
e Chirurgia gia' a partire dall'anno accademico 2008/2009.
Tuttavia, tenendo conto che il percorso formativo di un medico si
completa in circa 10 anni, occorrera' attendere il 2019 affinche'
il maggior numero di laureati/specializzati sia disponibile sul
mercato del lavoro.
In sintesi, ci si attende una carenza, dal 2012 al 2018, di
18.000 unita' di personale medico nel Servizio sanitario
nazionale e di circa 22.000 medici. Dal 2014 al 2018, in totale
si passera' da 3,7 medici "attivi per 1000 abitanti a 3,5 medici
'attivi' per 1000 abitanti, contro una media europea di 3,1
medici attivi per 1000 abitanti".
Lo schema di Piano sanitario nazionale poi considera poi
"prioritario, nell'ambito dei finanziamenti previsti nel
programma straordinario di investimenti in sanita', la
riqualificazione della rete ospedaliera, con la riconversione
degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei
nuovi modelli di offerta territoriale sviluppati dalle Regioni
tenendo conto delle indicazioni programmatorie nazionali". La
trasformazione dei piccoli ospedali deve essere avviata, si legge
nel Piano, "contestualmente al pieno funzionamento della rete
dell'emergenza-urgenza; allo sviluppo del sistema delle cure
domiciliari; alla disponibilita' di strutture residenziali, in
particolare per la riabilitazione e per gli anziani non
autosufficienti".
(Wel/ Dire)