(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 gen. - Non c'e' il via
libera del governo per consentire alla Commissione Lavoro di
votare direttamente e definitivamente la proposta di legge che
ripristina la quota riservata del 7% ai disabili in tema di
inserimento lavorativo obbligatorio: dopo il presidio di ieri
davanti al ministero per i rapporti con il Parlamento - al quale
hanno partecipato numerose associazioni delle persone con
disabilita', oltre ad esponenti del Pd - questo pomeriggio la
Commissione lavoro ha ripreso l'esame della proposta Schirru,
firmata anche dalle altre parti politiche, e ha approvato il
testo per l'aula. In questo modo il testo e' comunque pronto per
andare in aula: il Partito Democratico ha chiesto che venga
iscritta al piu' presto all'ordine del giorno. L'obiettivo e'
quello di arrivare ad una calendarizzazione per la prossima
settimana: dopo l'eventuale via libera della Camera, sara'
comunque necessaria anche l'approvazione del Senato.
La vicenda e' nota: la legge 126/10 ha disposto che le aziende
con piu' di 50 dipendenti siano prioritariamente obbligate
all'assunzione di orfani e di superstiti delle vittime del
terrorismo e della criminalita' organizzata. Tale priorita', che
colma gli obblighi di assunzione, va pero' a scapito della
riserva prevista dalla legge 68/1999 a favore delle persone con
disabilita'. "Una sperequazione - ha spiegato la Fish,
Federazione per il superamento dell'handicap - che e' apparsa ai
piu' tanto incredibile da richiedere una immediata
interpretazione. Ma le risposte alla specifica interrogazione
parlamentare sono state ambigue e dilatorie e gli impegni di
soluzione non sono stati mantenuti".
La soluzione al problema, appunto, sarebbe l'approvazione di una
specifica proposta di legge (la n. 3720, presentata da Schirru,
Pd, e altri) che fornirebbe un'interpretazione autentica del
comma 2 dell'articolo 1 della Legge 23 novembre 1998, n. 407 in
materia di applicazione delle disposizioni concernenti le
assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei
disabili. Il testo, una volta votato dall'aula della Camera, deve
poi avere il via libera anche dal Senato.
(wel/ Dire)