(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 gen. - Fin dalla piu' tenera
eta', l'uomo riesce a connettersi emotivamente con gli altri. È
il risultato di un nuovo studio finanziato dall'UE, secondo il
quale i bambini piccolissimi, e persino i neonati, hanno la
capacita' di capire e prendere in considerazione il punto di
vista degli altri.
Ancora piu' interessante e' il fatto che questa sembra essere una
reazione automatica per loro, fatta cioe' senza alcuno sforzo.
Tutto questo comincia molto prima che i bambini compiano un anno.
I risultati sono stati presentati sulla rivista Science.
I ricercatori chiamano la capacita' di una persona di dedurre le
intenzioni e le credenze degli altri la "teoria della mente".
Questa capacita' ha un ruolo fondamentale nelle interazioni
sociali efficaci e potrebbe essere stata una condizione centrale
nella costruzione di societa' umane cooperative, dicono gli
esperti.
La maggior parte dei ricercatori credeva che i bambini al di
sotto dei tre o quattro anni non possedessero la capacita' della
teoria della mente. Ma i risultati indicano che c'e' una forte
possibilita' che invece la possiedano.
Il ricercatore del programma Marie Curie, dott.ssa Ágnes Melinda
Kovßcs dell'Istituto di psicologia presso l'Accademia delle
scienze ungherese, e i suoi colleghi hanno studiato questo
fenomeno testando adulti e bambini di sette mesi grazie a una
serie di video animati. In questi video, una palla prima rotola
dietro un muro piccolo e poi sta ferma, rotola via o rotola fuori
dal campo visivo.
I tempi di reazione sia degli adulti che dei bambini sono
risultati piu' veloci quando la convinzione - "credenza" nel
linguaggio dei ricercatori - del personaggio animato riguardo la
posizione della palla corrispondeva alla posizione reale della
palla, secondo i ricercatori. Questo valeva anche nel caso in cui
il personaggio animato aveva lasciato lo schermo una volta finito
il video.
Il team e' convinto che anche se le persone non sono piu'
presenti, a prescindere dal fatto che siano giovani o adulti,
ricordino le loro credenze come rappresentazioni alternative del
mondo.
"Lo sviluppo di attivita' che possono essere usate con bambini
molto piccoli contribuira' in modo significativo all'attuale
impegno per ottenere una diagnosi precoce dell'autismo e
preparera' il terreno alle tecniche di intervento precoce",
assicura la dott.ssa Kovßcs.
"Le interazioni sociali umane dipendono dalla capacita' di
rappresentare le credenze degli altri anche quando queste
contraddicono le proprie credenze, il che porta al problema
potenzialmente complesso di avere due rappresentazioni
contrastanti in mente nello stesso momento", scrivono gli autori
dello studio. "Qui dimostriamo che gli adulti o i bambini di
sette mesi codificano automaticamente le credenze degli altri e
queste, sorprendentemente, hanno effetti simili alle credenze
reali dei partecipanti".
I risultati di questo studio miglioreranno la consapevolezza di
quanto sia importante il ruolo della capacita' della teoria della
mente, in particolare per la capacita' di inferire gli stati
mentali degli altri.
(Wel/ Dire)