(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 gen. - Nel corso degli
ultimi trent'anni il numero degli alunni con disabilita' presenti
nelle scuole italiane e' cresciuto costantemente, fino a superare
quota 130 mila: in Italia sembrano esserci "livelli elevati di
inserimento", anche se e' molto alto il numero di studenti
disabili che ripetono gli anni di studio. Una situazione che in
alcuni casi e' indice di una difficolta' ad ottenere risultati
concreti, con un "semplice prolungamento nel tempo del progetto
riabilitativo dell'alunno con disabilita'". A sostenerlo e'
l'Istat, che ha pubblicato oggi una statistica sull'integrazione
scolastica degli alunni con disabilita' nelle scuole primarie e
secondarie di I grado, statali e non statali. Lo studio, relativo
agli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010, e' parte di un
progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali
in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione: oltre 20mila
le scuole che hanno risposto al questionario informativo del 2009
e quasi 23500 quelle che l'hanno fatto nel 2010.
L'Istat fa presente che l'integrazione scolastica va aldila' del
mero aumento di iscritti nelle scuole, ma che l'aumento nel corso
del tempo e' comunque evidente: nella scuola primaria, se venti
anni fa (1989/90) erano l'1,7% degli iscritti, oggi sono il 2,6%
(da 54 mila a 73 mila); nella scuola secondaria, se due decenni
fa i disabili erano l'1,9% del totale degli alunni, oggi sono il
3,3% (da 45 mila a 59 mila). Piu' maschi che femmine sui banchi:
le alunne in entrambi gli ordini rappresentano solo un terzo del
totale degli alunni disabili (nell'ex scuola elementare sono
32,6% e nella ex scuola media il 37,3%). L'elevato livello di
ripetenza fra i disabili e' evidenziato anche dalla loro eta'
media: intorno ai 9,7 anni nella scuola elementare e di 13,5 anni
per le medie. "Questi dati - scrive l'Istat - evidenziano un
elevato livello di ripetenza nella popolazione con disabilita',
fenomeno negativo in quanto, in alcuni casi, testimonia un
semplice prolungamento nel tempo del progetto riabilitativo
dell'alunno con disabilita', soprattutto in mancanza di servizi
territoriali capaci di prendere in carico tali persone".
Ma che disabilita' hanno gli alunni? Nella primaria, il 40% ha
un ritardo mentale, il 14,3% ha una disabilita' motoria, circa il
5% ha problemi di vista e il 6% ha problemi di udito. Cifre
simili nella secondaria, con il 43% di ritardo mentale, l'11% di
problemi motori, il 4,4% di vista e il 6% di udito. Oltre queste
tipologie, pero', si segnala una forte presenza di altri tipi di
disturbo: il disturbo specifico nell'apprendimento interessa il
26,4% degli alunni della primaria (e il 34% della secondaria), un
disturbo specifico del linguaggio si riscontra nel 25,8% dei
disabili iscritti alla primaria (e' il 18% nella secondaria),
mentre un disturbo generalizzato dello sviluppo e' segnalato per
il 17% degli alunni della primaria (e il 12% della secondaria).
Rilevanti anche le percentuali sui disturbi dell'attenzione (26%
e 24%), sui disturbi affettivi relazionali (24% e 20%) e sui
distrubi comportamentali (17,5% e 17,4%).
Il 95% degli alunni con disabilita', in entrambi gli ordini
scolastici, ha una diagnosi funzionale (la punta al sud con il
97%), mentre si ferma all'85% la percentuale di alunni con un
profilo dinamico funzionale (assente al Centro e al Nord nel
17,1% e nel 18,7% dei casi). Per il programma educativo
individuale, le percentuali aumentano nuovamente sia per la
scuola primaria (valori superiori al 93%) sia per la scuola
secondaria (sopra il 96%). Quanto alla certificazione, invece,
nella primaria il 72,7% ha solo quella di disabilita' (legge
104/92), il 13,8% ha sia questa che quella di invalidita', l'1,7%
ha solo la certificazione di invalidita' (legge 118/71), e
l'11,8% non ha alcuna certificazione (nella secondaria, le
percentuali sono simili: 66,8%, 13,1%, 2,4% e 17,7%).
Infine, i dati sull'utilizzo di un trasporto scolastico per
recarsi in classe: circa i tre quarti degli alunni non ne fa uso,
mentre la restante quota puo' avvalersene. Sono soprattutto i
comuni, in questi casi, a fornirli, con quote che vanno dal 17,7%
nella primaria al 20,9% nella secondaria. Piu' limitata la
portata del servizio di trasporto fornita da altri enti lovali
(1,2% e 1,6%) o da altri soggetti (4,4% e 6,3%).
(Wel/ Dire)