(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 gen. - Dopo le pecore e le
capre, a Taranto sono le cozze a superare i limiti per le
diossine e i policlorobifenili (PCB). A darne l'annuncio e' il
Fondo Antidiossina Taranto che ha fatto analizzare alcuni
molluschi del Mar Piccolo presso il laboratorio INCA (Consorzio
Interuniversitario Nazionale di Chimica per l'Ambiente) di
Venezia, uno dei pochi in Italia in grado di compiere queste
analisi sofisticate. "Tengo a precisare che si tratta di prelievi
da fondali inquinati, dove il movimento di acque torbide ha
probabilmente contaminato ostriche, cozze San Giacomo e cozze
pelose", dichiara Fabio Matacchiera, presidente del Fondo
Antidiossina Taranto, una onlus che in questi mesi ha raccolto
donazioni per monitorare l'inquinamento da diossina.
Dopo aver fatto analizzare il latte materno e le lumache,
riscontrando valori molto alti di diossina, l'attenzione di
questo gruppo di cittadini si e' rivolta al mare, di cui Fabio
Matacchiera e' un esperto. Essendo anche un nuotatore, si e'
immerso nel Mar Piccolo e ha prelevato dal fondale dei molluschi
bivalvi che hanno la caratteristica di essere organismi
filtratori in quanto trattengono gli inquinanti in sospensione.
"I valori emersi superano i limiti di legge - ha illustrato Fabio
Matacchiera - in quanto diossine e PCB raggiungono i 13,5
picogrammi per grammo quando la legge fissa un limite di 8. Le
analisi destano non poca preoccupazione dato che le norme per
pesci e molluschi sono meno restrittive rispetto a quelle per la
carne di ovini, caprini, bovini e suini. Mangiando 100 grammi di
questi molluschi si supera di 9 volte la dose tollerabile
giornaliera di diossine e PCB se consideriamo una persona del
peso di 70 chili. Una donna di 50 chili invece supera di 13 volte
la dose tollerabile giornaliera".
La Procura della Repubblica di Taranto ha immediatamente
incaricato la Capitaneria di Porto di raccogliere informazioni e
si prevede l'apertura di un nuovo fascicolo per inquinamento
ambientale.
E' la seconda volta che un'associazione a Taranto riscontra uno
sforamento dei limiti di legge per gli alimenti dando alla
magistratura l'occasione per intervenire. Nel marzo del 2008 fu
PeaceLink a riscontrare valori di diossine e PCB superiori ai
limiti di legge facendo analizzare un pezzo di pecorino locale.
"Nel campione che facemmo analizzare fu riscontrato un
quantitativo di diossine e PCB pari a 975 picogrammi per 100
grammi di formaggio; con quel quantitativo si superava la dose
tollerabile giornaliera di quasi 7 volte per un uomo di 70 chili
e di quasi 10 volte per una donna di 50 chili. Nel campione di
frutti di mare si va ben oltre raggiungendo addirittura 1314
picogrammi di diossine e PCB per 100 grammi. Queste sostanze si
bioaccumulano nell'organismo, costituendo un rischio non solo
cancerogeno ma anche genotossico. Hanno cioe' il potere di
modificare il Dna che trasferiamo ai nostri figli".
La presenza di diossine e PCB presenta un rischio ulteriore in
quanto pesci come orate e saraghi si nutrono dei mitili del
fondale. Si potrebbe cosi' attivare un fenomeno di
"biomagnificazione", il quale si somma a quello di
bioaccumulazione nell'uomo. "Non vogliamo fare allarmismo -
specifica Fabio Matacchiera - ma offriamo i nostri dati alle
autorita' competenti, in primo luogo Arpa e Asl, perche' svolgano
indagini piu' approfondite".
Il Fondo Antidiossina Taranto ha annunciato che mercoledi'
prossimo convochera' una conferenza in cui interverra' il dottor
Stefano Raccanelli, esperto di diossina e direttore del
laboratorio Inca di Venezia. La conferenza potra' essere seguita
da tutti in streaming tv tramite web.
(Wel/ Dire)