(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 feb. - I fattori di rischio
ambientale - smog, fumo, muffe - incidono fino al 40% nelle
patologie respiratorie. È quanto emerge da un'indagine
epidemiologica realizzata dall'Istituto di biomedicina e
immunologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di
Palermo (Ibim-Cnr) sulla base di un finanziamento erogato da Arpa
Sicilia, appena pubblicata sulla rivista scientifica Pediatric
Allergy and Immunology. Nella ricerca, che e' stata condotta su
2.150 studenti di scuole medie secondarie di primo grado di
Palermo, di eta' compresa fra 11 e 14 anni, e' emerso che "quasi
un ragazzo palermitano su quattro soffre di rinite allergica e
congiuntivite e oltre un terzo di allergie. 56 su cento
dichiarano di essere esposti al fumo domestico, il 21,1% lamenta
l'intenso traffico pesante attorno alla propria abitazione e il
15% dichiara la presenza di muffe o umidita' nella propria camera
da letto". L'indagine indica come percentuali fino al 41% delle
patologie respiratorie siano attribuibili ai fattori ambientali.
"La presenza di traffico intenso intorno alla propria
abitazione - specifica Giovanni Viegi, direttore dell'Ibim-Cnr -
e' risultato fattore di rischio significativo in particolare per
asma corrente, rinocongiuntivite e ridotta funzione respiratoria
rispetto a chi non riferiva traffico vicino casa".
"Dai dati - afferma il Cnr - e' stato possibile calcolare il
Par (population attributable risk - rischio attribuibile di
popolazione), ovvero la proporzione di una malattia dovuta
all'esposizione a fattori di rischio e che potrebbe essere dunque
eliminata se tale esposizione fosse evitata. Il Par
complessivamente dovuto a fattori ambientali evitabili, come
esposizione a fumo di sigaretta, presenza di umidita' o muffe
nell'ambito domestico ed esposizione a traffico veicolare pesante
attorno alla propria abitazione, e' risultato del 40,8% per
l'asma corrente, del 33,6% per la rinocongiuntivite e del 14,1%
per la ridotta funzione respiratoria". "Un risultato - spiega
Viegi - che dimostra quanto la prevenzione sanitaria ed
ambientale per la salute dei bambini e degli adolescenti sia
importante e possa consentire enormi risparmi in termini di
spesa, sia per i farmaci sia per l'accesso ai servizi sanitari".
(Wel/ Dire)