PRESIDENTE ACOI: SI PRENDA ESEMPIO DA RIFORMA INGLESE DI CAMERON
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 feb. - "Relegata nelle
pagine interne di pochi quotidiani, si e' letta la notizia
secondo la quale il Governo 'conservatore' di Cameron (a quanto
sembra con il parziale assenso del New Labor), avrebbe presentato
al Parlamento una proposta di progetto di riforma (oltre 500
pagine) della sanita' pubblica. Certamente per noi medici e
chirurghi ospedalieri leggere i concetti base della stessa, 'meno
manager, potere ai medici, piu' infermieri, tagli alla
burocrazia', provoca un profondo senso di invidia". E' quanto
afferma il presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri
italiani (Acoi).
"Anche noi siamo convinti, ed ogni giorno lavorativo in piu'
ci rafforza nel convincimento- spiega Vincenti- che la politica
sia troppo presente ed invasiva nella gestione tecnica della
salute. I chirurghi, che tra l'altro, e forse non a caso, si
stanno progressivamente riducendo di numero, vedono intorno a
loro crescere il numero di esperti, consulenti amministrativi,
manager totipotenti, commissari, gestori di risorse, verificatori
di risultato, ecc., molto spesso strutturati e con numerosi
collaboratori nelle cosiddette Unita' operative di struttura
complessa; il tutto moltiplicato per il numero imponente delle
Asl, delle aziende ospedaliere maggiori o minori che siano.
Chissa' se mai qualcuno- si chiede Vincenti- ha calcolato quali
siano i costi relativi di tale 'governance' e quali i risultati
prodotti. Certo che, per quanto riguarda questi ultimi, almeno
nella maggior parte delle regioni, sembrano essere molto, ma
molto deludenti per non dire scarsi".
"Pare invece- continua il chirurgo- che in Inghilterra altri
abbiano avuto il coraggio politico di analizzare la problematica
ed oggi propongano una vera ed epocale rivoluzione organizzativa:
abbattimento dei Primary Care Trusts (praticamente le nostre
Asl), la cancellazione delle Strategic Health Authorities (con i
compiti relativi delle nostre Regioni). Insomma una strategia che
si puo' riassumere in una frase: meno intermediazione e rapporti
piu' diretti col cittadino. I medici, soprattutto i medici di
famiglia, deputati a gestire e coordinare i 2/3 degli
investimenti statali".
"Non crediamo- avverte Vincenti- che tale proposta potra'
rappresentare un colpo di bacchetta magica (molti sono i punti
oscuri), ma crediamo che abbia il merito di aver focalizzato
l'attenzione su quanto incida negativamente l'apparato
burocratico sulla gestione della Salute. A leggerne alcuni
stralci sembra che in termini di personale comportera' un taglio
tra le 16mila e le 26mila posizioni politico-manageriali, con
relative alte retribuzioni a favore di 50mila assunzioni di
personale medico-infermieristico. Secondo il Governo inglese il
risparmio sara' di 2mld/anno sul costo del lavoro e di altri 14
miliardi derivanti dalla migliorata gestione delle risorse".
"Da troppo tempo- conclude Vincenti- ed almeno per il momento
inutilmente, l'Acoi chiede con forza alla politica di fare un
passo indietro e di provvedere, con ampie ed organiche riforme
strutturali, a bilanciare il carico di diffuse e talvolta
incomprensibili responsabilita', con la sempre piu' ridotta
autonomia gestionale. Chissa' se la spallata del Governo
dell'Inghilterra fara' riflettere il Governo dell'Italia. Noi lo
speriamo vivamente".
(Wel/ Dire)