(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 feb. - "La grande
maggioranza degli italiani desidera che il Servizio sanitario
rimanga pubblico e universale: per quanto limitato e imperfetto,
e' giudicato infatti di gran lunga preferibile ai sistemi
assicurativi privati. Peraltro, nei paesi dove i bisogni sociali
sono stati affidati prevalentemente alle risposte di mercato
esplodono disuguaglianze e spesa pubblica". In ogni caso "il buon
funzionamento del sistema di accreditamento ai privati puo'
favorire il risanamento di alcune Regioni, nelle quali il
disavanzo si accompagna ad una spesa verso i privati piu' alta
della spesa media nazionale. Ci aspettiamo percio' che ora il
ministro confermi l'intenzione di coinvolgere nel confronto anche
il sindacato confederale". Lo sostengono Vera Lamonica,
segretaria confederale della Cgil e Stefano Cecconi, responsabile
delle politiche della salute del sindacato di Corso Italia a
proposito dell'annuncio del ministro Fazio sul tavolo con le
Regioni sull'accreditamento dei privati in sanita' e alla
contemporanea decisione contenuta nelle Milleproroghe di
prorogare appunto molti accreditamenti "provvisori" ancora in
vigore in alcune Regioni, accreditamenti scaduti nel dicembre
scorso.
"In Italia- spiegano i sindacalisti della Cgil-
l'accreditamento delle strutture che producono prestazioni per
conto del Servizio sanitario nazionale e' lo strumento per
regolare la presenza dell'offerta privata. E ora, seppur con
ritardo rispetto ai tempi previsti dal Patto per la Salute, il
ministro Fazio annuncia l'avvio del confronto con le Regioni.
L'esperienza di questi anni, nelle Regioni dove le regole sono
state applicate, dimostra che, per garantire qualita' e controllo
dei costi, nella disciplina dell'accreditamento vanno rispettati
vincoli chiari: l'integrazione - e non la competizione - tra
erogatori pubblici ed erogatori privati, il coinvolgimento del
privato accreditato entro i limiti della programmazione pubblica,
il controllo di appropriatezza, anche per contrastare i
cosiddetti "comportamenti opportunistici" (ad es. selezione dei
pazienti e delle prestazioni piu' "vantaggiose"), basti pensare
alla tragica vicenda della clinica S. Rita di Milano".
(Wel/ Dire)