DISCUSSIONE APERTA DOPO L'ACCORDO FRA POSTE E FARMINDUSTRIA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 feb. - L'accordo siglato fra
Poste e Farmindustria sta facendo discutere, con l'opposizione di
Federfarma - che appena qualche giorno fa si e' incontrata con
Farmindustria e ha ribadito la sua preoccupazione sul progetto -
mentre Fofi, la Federazione degli Ordini dei farmacisti, ha
deciso di aprire un tavolo di confronto e di garanzia con
Farmindustria. Oggi intervengono i farmacisti ospedalieri, che
chiedono un "attento controllo" sul recapito a domicilio di
farmaci per persone che devono essere assistite nella loro
abitazione. A intervenire sono la Societa' Italiana di Farmacia
Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie
(SIFO) e il Sindacato Nazionale dei Farmacisti Dirigenti del SSN
(SINaFO).
"I farmaci cosi' consegnati sono di uso ospedaliero, sarebbero
limitati a pazienti selezionati non autosufficienti, da
analizzare caso per caso nei singoli contesti locali - ha detto
Laura Fabrizio, presidente SIFO -. La nostra societa', che puo'
garantire un'adeguata copertura territoriale a livello sia
ospedaliero sia distrettuale, auspica che il progetto sia portato
avanti con la massima garanzia di sicurezza per questi pazienti.
Per una sua corretta attuazione, SIFO confida nel ruolo di
garanzia di FOFI - in quanto rappresentativa di tutti i
farmacisti italiani - per monitorare la distribuzione del farmaco
a domicilio del paziente in ogni sua fase, promuovendo la
continuita' ospedale-territorio e salvaguardando la
professionalita' del farmacista, ma soprattutto per assicurare ai
pazienti uniformi garanzie di qualita' dei processi di assistenza
farmaceutica in ogni area del Paese essi risiedano".
La possibile consegna a domicilio, con pony o postini,
riguarda medicinali per la cura di patologie croniche e gravi,
che quindi - spiegano i farmacisti ospedalieri - devono essere
attentamente monitorati e per i quali e' necessaria un'attenta
sorveglianza da parte della struttura specialistica, per
assicurare la maggiore appropriatezza diagnostico-assistenziale,
per verificare parametri quali l'accettabilita' da parte del
paziente, il profilo rischio/beneficio, la vigilanza farmacologia
ed epidemiologica, la corretta conservazione, soprattutto nel
caso di medicinali che necessitano del rispetto della catena del
freddo, e il rispetto della privacy del paziente.
Per Pietro Finocchiaro, segretario nazionale SIFO, si tratta
di compiti complessi che spettano ai farmacisti in farmacia sia
ospedaliera sia territoriale: "Se si pone il caso del paziente
grande invalido per il quale non e' garantibile un servizio
costante dell'assistenza domiciliare nella consegna dei farmaci,
o in situazioni in cui i parenti non possono assicurare un
rifornimento costante e regolare di tali medicinali al loro
congiunto malato, ben venga - aggiunge - un'opzione in piu', come
quella prospettata dall'accordo Poste-Farmindustria;
limitatamente a casi di criticita' assistenziale riconosciuta e
per i quali non sia stata trovata o non sia auspicabile un'altra
soluzione (ADI, RSA, ecc..). A patto pero' - conclude Finocchiaro
- di concordare le modalita' di tale servizio grazie al tavolo
gia' costituito, e di monitorare costantemente l'esperimento in
ogni suo passaggio. Tutto cio' a garanzia, prima di tutto, della
sicurezza dei pazienti in tal modo assistiti". Secondo Antonio
Castorina, Segretario Nazionale del SiNaFO, "l'atto dispensativo
deve avvenire in ogni caso in farmacia sia per motivi
amministrativi, in quanto il farmaco e' acquistato dalla sua
amministrazione, sia, soprattutto, per motivi sanitari".
(Wel/ Dire)