(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 feb. - Federconsumatori
Campania lancia una class action contro gli enti locali e le
istituzioni che, con i ritardi nei pagamenti dei debiti verso
cooperative sociali e associazioni campane, stanno mettendo a
repentaglio la sopravvivenza dei servizi sociali, socio-educativi
e socio-sanitari per migliaia di utenti in tutta la regione.
L'iniziativa e' stata concordata con gli operatori riuniti nel
comitato Il welfare non e' un lusso. La sezione campana
dell'associazione dei consumatori ha incontrato i suoi legali per
definire l'azione collettiva di autotutela che lancera' verso il
comune di Napoli, la regione Campania, Asl Napoli 1 Centro e
tutti gli altri enti locali e ambiti territoriali campani che
risultano debitori delle organizzazioni sociali e che, pertanto,
stanno gia' causando la chiusura di centinai di servizi e
danneggiando, di conseguenza, i cittadini.
"I bisogni e le esigenze di tante famiglie disagiate - ha
affermato Rosario Stornaiuolo, presidente della Federconsumatori
Campania - non possono andare in secondo piano. Anziani ridotti
alla solitudine, uomini e donne senza dimora, giovani presi dalle
droghe, persone con disabilita', bambini abusati e maltrattati
non possono non essere considerati dagli enti pubblici. Noi non
abbiamo intenzione di fermarci ed e' proprio per questo che
abbiamo incontrato i nostri legali e valutato le condizioni per
dare il via a una class action contro la Regione, gli enti locali
e le Aziende sanitarie. Saremo a fianco delle famiglie bisognose
e ai tanti operatori che stanno lottando, anche in queste ore. Ci
riconosciamo in pieno nello slogan della lotta 'Il welfare non e'
un lusso'".
Intanto, la lotta degli operatori sociali campani continua. Ieri
un carro funebre ha sfilato per le vie di Napoli, facendo tappa
davanti alle sedi istituzionali di comune e regione, per
celebrare la "scomparsa della politica". "Siamo qui oggi - ha
spiegato il portavoce della vertenza, Sergio D'Angelo - non per
celebrare la morte del welfare, rischio che vogliamo scongiurare,
ma per segnalare la scomparsa della politica che contribuisce a
rendere le istituzioni meno autorevoli e, quindi, meno capaci di
rappresentare gli interessi generali della comunita'. Ed e'
questo soprattutto che sta determinando la distruzione dei
servizi sociali e socio-sanitari, l'unico modo serio per fornire
risposte alla parte piu' fragile delle citta'".
Il comitato Il welfare non e' un lusso ha anche scritto una
lettera al cardinale Sepe in qualita' di presidente della
Conferenza Episcopale Campana, per ringraziare lui e i vescovi
della Campania per essersi schierati dalla parte delle persone
piu' fragili e dei lavoratori sociali: "Come comitato abbiamo
accolto con gioia la presa di posizione chiara e inequivocabile
della Chiesa campana nei suoi massimi vertici, e ci e' di grande
conforto vederla schierata accanto a noi in questa difesa dei
diritti degli operatori e degli utenti, quest'ultimi spesso
inermi e indifesi". Le organizzazioni sociali hanno anche
invitato Crescenzio Sepe a partecipare a un incontro nell'ex
ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi, luogo simbolo della
vertenza. "La vera tragedia - ha concluso D'Angelo - e' che, con
il venir meno del lavoro sociale, verranno meno anche i servizi
e, quindi, i diritti dei cittadini. Siamo grati alla Chiesa per
averci sostenuto, ma vorremmo che anche le istituzioni avessero
un sussulto, passando dalla semplice solidarieta' all'adozione di
misure concrete".
(Wel/ Dire)