(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 feb. - Lo si immaginava da
tempo ma ora c'e' un riscontro scientifico preciso: per tenere in
forma e in salute la mente bisogna allenarla, soprattutto mirando
a migliorare il proprio livello di istruzione e culturale. Una
ricerca svolta presso l'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma ha
infatti documentato l'effetto positivo dello studio
sull'integrita' del cervello, sia dal punto di vista strutturale
che funzionale, in particolare dell'ippocampo, con vantaggio
della memoria. Al grado di istruzione scolastico vanno aggiunte
le attivita' svolte durante l'arco della vita, come il tipo di
occupazione lavorativa, l'impegno mentale quotidiano, le
attivita' ricreative: l'insieme ha un effetto protettivo del
nostro cervello. L'indagine sperimentale, tutta italiana, si e'
guadagnata la copertina dell'importante rivista internazionale
sulle neuroimmagini "Human Brain Mapping" che ha pubblicato i
risultati del lavoro.
Un'accreditata teoria - quella della riserva neuronale - da
tempo sostiene che un individuo maggiormente scolarizzato e con
un piu' alto livello di istruzione, quindi piu' impegnato
mentalmente, e' in grado di creare una sorta di riserva cognitiva
che protegge il cervello dai danni causati dai processi legati
all'invecchiamento, come accade nella malattia di Alzheimer. In
altri termini, l'allenamento allo studio e il livello culturale
permetterebbero di accumulare un "patrimonio" mentale piu'
ingente (sia da un punto di vista della struttura cerebrale che
da quello dei contenuti) che poi viene eroso piu' lentamente dai
fenomeni legati all'invecchiamento cerebrale fisiologico e
patologico. Tuttavia, la ricerca svolta in questo settore finora
aveva sempre avuto il limite di fornire una misura piuttosto
grezza di questa riserva di "giovinezza mentale", limitandosi
solitamente a valutare l'intero volume cerebrale; inoltre, non
era stata localizzata con precisione l'area in cui agisce il
processo protettivo. Ora la ricerca della Fondazione Santa Lucia,
utilizzando la tecnica di risonanza magnetica denominata
Diffusion Tensor Imaging (DTI), ha finalmente contribuito a fare
luce su questi punti ancora oscuri. Lo studio e' stato condotto
da Fabrizio Piras*, psicologo e ricercatore, e coordinato da
Gianfranco Spalletta e da Carlo Caltagirone* che della
Fondazione sono rispettivamente il Responsabile del Laboratorio
di Neuropsichiatria e il Direttore Scientifico.
(segue)
Per l'indagine sono stati reclutati 150 soggetti sani di eta'
compresa tra i 18 e i 65 anni ed e' stato chiesto loro di
eseguire un complesso ed innovativo esame con risonanza magnetica
ad alto campo (3 Tesla) che permette la misurazione di fini
variazioni strutturali dei tessuti cerebrali. Uno dei parametri
che e' stato possibile estrarre analizzando le immagini cosi'
ottenute e' la mean diffusivity, una misura del movimento delle
molecole d'acqua all'interno del cervello che puo' essere
considerata un indice qualitativo della struttura cerebrale. Dai
risultati e' emersa una correlazione tra questo parametro e gli
anni di istruzione scolastica. Le persone con un alto livello di
studio hanno mostrano una maggiore compattezza strutturale
nell'ippocampo. Tale area del cervello, situata nella parte
mediale del lobo temporale, svolge un ruolo fondamentale nei
processi di memoria a lungo termine ed e' una delle prime
strutture a degradarsi durante le fasi iniziali della malattia di
Alzheimer.
(Wel/ Dire)