(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 dic. - "La manovra del
Governo Monti portera' i medici a lavorare fino ai 66 anni e in
diversi casi anche oltre, con turni notturni sempre piu'
frequenti a causa del blocco del turn over. La stessa manovra non
affronta il nodo della stabilizzazione dei precari, penalizzando
oltre 10mila giovani.
Medici sempre piu' anziani dovranno continuare a fare gli stessi
turni notturni in sala operatoria o in sala parto, nei reparti o
nei pronto soccorso. Se reperibili, correre di notte per arrivare
in meno di trenta minuti in ospedale per un'urgenza come quando
avevano 30, 40 o 50 anni. Lo rileva una nota della Cgil Medici.
Viene anche alzata l'asticella dei requisiti anagrafici per il
lavoro usurante (da 59 anni a 62 nel 2012, 63 nel 2013, piu' un
anno di attesa per la finestra) ma solo per coloro che svolgono
almeno 64 turni notturni per almeno sette anni negli ultimi dieci
di vita lavorativa. Il conto annuale 2010 della Ragioneria
Generale dello Stato fotografa gia' adesso un'eta' media elevata
dei medici del Ssn: solo 678 medici oltre i 65 anni con l'attuale
regime pensionistico, ma 9.341 tra i 60 e i 64 anni, 38.894 tra i
55 e i 65 anni, piu' di un medico su tre (34,91%), mentre i
medici tra i 30 e i 40 anni sono 14.040 (12,60 %), poco piu' di
uno su dieci.
"Oggi il lavoro del medico - afferma Massimo Cozza, segretario
nazionale Fp-Cgil Medici - e' molto piu' faticoso, per i turni
piu' frequenti e piu' lunghi, con una crescente pressione
psicologica per l'aumentato rischio di denunce. C'e' un lento
logoramento psicofisico che colpisce in modo maggiore i medici
piu' anziani, che avrebbero bisogno di tempi di recupero maggiori
senza essere costretti a turni notturni sempre piu' numerosi. E'
equo costringere un medico a continuare con le guardie notturne
dopo i 60 anni e chiudere la porta d'ingresso a migliaia di
giovani medici? Un cittadino si farebbe operare di notte da
medici di 66 anni forzati a rimanere in servizio?".
"Siamo in presenza di una tassa intergenerazionale, si
chiedono sacrifici ai medici piu' anziani senza dar nulla alle
giovani generazioni, le piu' colpite dalla crisi del sistema.
Chiediamo - continua Cozza - un intervento che destini una parte
delle risorse risparmiate con la stangata sui soliti noti, che
secondo noi andrebbe comunque alleggerita, vedi l'allungamento
dell'eta' pensionabile a importi piu' bassi e la decurtazione
media di 250 euro per l'irpef regionale nella retribuzione di
gennaio, per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani
medici. Un patto intergenerazionale equo potrebbe vedere
l'esenzione dai turni notturni per i medici piu' anziani,
processi di stabilizzazione e superamento del blocco del turn
over per assumere i giovani medici e garantire i livelli
essenziali di assistenza ai cittadini." "Anche per cambiare
queste norme - conclude Cozza - e per avere un tavolo di
confronto con il Governo Monti, ad oggi inesistente, i medici
parteciperanno allo sciopero nazionale del pubblico impiego di
lunedi' 19 dicembre 2011 indetto da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e
Uil-Pa."
(Wel/ Dire)