(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 dic. - "Educatore
professionale come educatore sociosanitario e sanitario": e'
questo il titolo del master attivato in questi giorni dall'
universita' Roma Tre. Un master che desta qualche perplessita'
all'interno dell'associazione pedagogisti ed educatori italiani
(Apei): da un lato, per accedere al master sono richiesti alcuni
titoli, tra cui la laurea in scienze dell'educazione. Dall'altro,
pero', per poter effettivamente esercitare la professione
sanitaria, e' oggi indispensabile la laurea presso le facolta' di
medicina e chirurgia. "Nonostante il titolo del master - si legge
nella lettera, firmata dal presidente nazionale Apei Alessandro
Prisciandaro e dal vicepresidente Gianvincenzo Nicodemo - che
sembrerebbe accedere a posizioni lavorative per gli educatori nel
settore sanitario, pero', la normativa vigente fornisce
l'abilitazione per operare da educatore professionale in sanita'
solo a laureati formati p, con un'altra classe di laurea (SNT2),
che per di piu' non e' prevista tra quelle necessarie come titolo
di accesso al master". Per questo motivo l'Apei, l'Associazione
pedagogisti ed educatori italiani, ha deciso di scrivere una
richiesta di chiarimento ai responsabili, il direttore del master
Paolo Impara e al rettore Guido Fabriani.
Dopo una breve disamina della normativa i due dirigenti
dell'Apei chiedono: "Che senso puo' avere formare un educatore
sanitario che non potra' lavorare in sanita'?". Inoltre, nella
consapevolezza che alcune regioni consentono ai laureati in
scienze dell'educazione di operare nella sanita' convenzionata
(ma mai nella sanita' pubblica), "perche' non e' scritto
chiaramente nel bando che lo sbocco lavorativo pubblico e'
completamente escluso per legge, mentre quello del privato
convenzionato e' fortemente limitato?". Il sospetto, espresso con
sdegno dai firmatari, e' che sia in atto sia un "tentativo di
'pescare nel torbido della confusione' che e' presente tra gli
educatori laureati presso le facolta' di scienze della
formazione, cercando di moltiplicare il numero di occasioni di
formazione, pur sapendo che l'educatore professionale classe 18 e
19 non puo' operare da 'educatore socio-sanitario e sanitario',
come viene enunciato dal titolo del master. Delle due una -
concludono i due dirigenti dell'Apei - O ci sfugge qualcosa,
oppure siamo di fronte ad una operazione che ci indignerebbe se
fosse portata avanti da un ente di formazione di provincia, ma
che, messa in atto da una delle piu' importanti universita' del
paese ci lascia totalmente allibiti".
(Wel/ Dire)