(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 dic. - Tutti sanno che lo
sbadiglio e' contagioso. Una persona comincia e le altre, in
risposta, la imitano. Cio' che finora non era mai stato
dimostrato e' che lo sbadiglio si trasmette piu' frequentemente e
velocemente tra persone che condividono un legame empatico:
amici, parenti stretti, coppie. A fornire per la prima volta
l'evidenza etologica che la trasmissione dello sbadiglio e' una
forma di 'contagio emotivo' e' lo studio condotto da Ivan Norscia
ed Elisabetta Palagi, dell'Universita' di Pisa (Museo di storia
naturale e del territorio) e dell'Istituto di scienze e
tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle
ricerche (Istc-Cnr) di Roma, pubblicato su PlosONE.
"Lo sbadiglio spontaneo, non sollecitato da altri sbadigli, e'
un comportamento evolutivamente molto antico, presente gia' nei
pesci ossei che popolano il nostro pianeta da almeno 200 milioni
di anni. A seconda del gruppo animale nel quale si ritrova, puo'
indicare stress, noia, stanchezza o segnalare un cambio di
attivita', ad esempio dal sonno alla veglia e viceversa", spiega
Elisabetta Palagi, dell'Unita' di primatologia cognitiva
dell'Istc-Cnr. "Lo sbadiglio 'contagioso' e' un fenomeno
completamente diverso, piu' 'moderno', dimostrato finora solo in
alcune scimmie (scimpanze' e babbuini gelada) e nell'uomo e
ipotizzato anche per animali con capacita' cognitive e affettive
sviluppate come il cane. Nell'essere umano normalmente lo
sbadiglio puo' essere evocato da un altro sbadiglio entro 5
minuti".
Lo studio, sostenuto anche dal Giardino zoologico di Pistoia,
dal Parco zoo Falconara (An) e dal Parco zoo Punta Verde di
Lignano Sabbiadoro (Ud), si fonda su una rigorosa raccolta di
dati etologici, effettuata nel corso di un anno su piu' di 100
adulti e corrispondenti a oltre 400 coppie di 'sbadiglianti',
osservati nei contesti piu' disparati: durante i pasti, sul
treno, al lavoro, etc. Le osservazioni, svolte in Italia e
Madagascar, hanno coinvolto persone di diverse nazionalita' e le
coppie includevano persone tra loro sconosciute, conoscenti che
si frequentano solo perche' uniti da un terzo elemento comune,
come il lavoro o un amico, amici che si frequentano per scelta,
parenti stretti quali nonni/nipoti, genitori/figli, fratelli e
compagni di vita.
"Un'analisi statistica basata su modelli lineari misti (Lmm,
Glmm) ha rivelato che la presenza e la frequenza di contagio non
e' influenzata da differenze di contesto sociale o dalle
modalita' di percezione (sentire uno sbadiglio evoca una risposta
tanto quanto vederlo, o vederlo e sentirlo), ne' da differenze di
eta', di genere o di nazionalita'", prosegue Ivan Norscia,
dell'Universita' di Pisa. "Cio' che influenza il contagio e' la
qualita' della relazione che lega chi sbadiglia e chi 'riceve'. È
piu' probabile che una persona 'ricambi' se ad aver sbadigliato
e' una persona amata. Lo studio rivela un trend preciso: il
contagio e' massimo tra familiari o coppie e diminuisce
progressivamente tra amici, conoscenti e sconosciuti, in cui e'
minimo.
Anche la latenza di risposta, cioe' il tempo di reazione, e'
minore in familiari, amanti e amici rispetto a conoscenti o
sconosciuti".
A favore di questa ipotesi ci sono anche dati neurobiologici.
"Esistono studi che mostrano come le zone del cervello che si
attivano durante la percezione di uno sbadiglio altrui sono in
parte sovrapposte a quelle legate alla sfera emotiva", conclude
Elisabetta Visalberghi, coordinatore Unita' di primatologia
cognitiva - Istc-Cnr. "Possiamo quindi dire che lo sbadiglio puo'
essere indice non solo di noia, ma di empatia".
(Wel/ Dire)