(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 dic. - Nei Paesi piu' ricchi
si muore sempre di meno di Aids, mentre nei Paesi piu' poveri
cio' ancora non accade. L'Aids si conferma, cosi', una malattia
attorno alla quale le discriminazione di varia natura, sociale e
soprattutto economica, giocano un ruolo fondamentale. E' quanto
si legge in una nota del ministero della Salute.
A trent'anni dai primi casi diagnosticati di Aids a livello
mondiale, tale discriminazione resta uno degli aspetti piu'
inquietanti nel contrasto alla malattia. C'e' l'Aids dei ricchi e
c'e' l'Aids dei poveri. E se l'infezione da Hiv continua a
rappresentare un problema prioritario di sanita' pubblica, nei
Paesi del Nord del mondo, che lo affrontano con competenze e
risorse e con una collaborazione ormai consolidata tra
istituzioni e associazioni della societa' civile, la stessa cosa
non avviene (o avviene con grande difficolta') nei Paesi poveri.
Questo e' cio' che deve far riflettere in questa Giornata
mondiale contro l'Aids. Solo una collaborazione stretta tra
istituzioni e societa' civile e solo la consapevolezza che la
lotta deve contemplare insieme impegno pubblico e impegno
privato, anche dal punto di vista finanziario, puo' farci
avvicinare all'obiettivo indicato dall'Assemblea generale delle
Nazioni Unite del 10 giugno 2011: "la sconfitta dell'Aids e' una
priorita'".
In Italia si e' fatto molto sul versante della cura, prosegue
il ministero, ma gli 'obiettivi zero', indicati dall'Onu (zero
nuove infezioni, zero discriminazione, zero morti per Aids) sono
ancora lontani. Nei Paesi piu' poveri cio' e' drammaticamente e
tragicamente ancora piu' evidente. Le disparita' nell'accesso al
test e alle cure restano troppo gravi, come anche le
discriminazioni geo-economiche sulla malattia tra Nord e Sud del
mondo. Nel 2002 l'Italia ha firmato il progetto 'Esther'
(Ensemble pour une solidarite' therapeutique hospitalie're en
reseau contre le Sida), lanciato dalla Francia l'anno precedente,
con lo scopo principale di rafforzare la capacita' dei Paesi
dell'Africa di combattere l'Aids. L'alleanza Esther e' una rete
di governi, a cui l'Italia collabora con 10 centri clinici
gemellati con altrettante strutture locali dell'Africa sub
sahariana.
I ministri della Salute, Renato Balduzzi, e della Cooperazione
internazionale, Andrea Riccardi, nei prossimi giorni si
incontreranno per definire le modalita' della loro collaborazione
in relazione alla lotta all'Aids.
(Wel/ Dire)