ISS: MAGGIORE INCIDENZA AL CENTRO-NORD E FRA STRANIERI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 1 dic. - Nel 2010 "quasi 6
persone ogni 100.000 residenti hanno contratto il virus dell'Hiv,
con un'incidenza maggiore al centro-nord rispetto al sud e alle
isole".
L'incidenza "e' stata di 4 nuovi casi su 100.000 italiani
residenti e 20 nuovi casi su 100.000 stranieri residenti". In
pratica quasi "una persona su tre diagnosticate come Hiv positive
e' di nazionalita' straniera". Sono questi i dati riportati dal
sistema di sorveglianza dell'Iss delle nuove diagnosi di
infezione da Hiv che, per la prima volta, e' stata attivata in
tutte le regioni italiane".
Il trend, nel corso degli ultimi 12 anni, nelle aree per le
quali il dato e' disponibile, "mostra una lieve diminuzione
dell'incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, da
attribuire principalmente alla diminuzione di incidenza tra
consumatori di sostanze per via iniettiva, mentre l'incidenza e'
rimasta costante sia per gli eterosessuali che per gli Msm
(maschi che fanno sesso con maschi). La maggioranza delle nuove
infezioni e' attribuibile a contatti sessuali non protetti, che
tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio,
in particolare dalle persone di eta' matura, e che costituiscono
l'80,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 49,8%, Msm
30,9%). Analogamente ad altre nazioni europee, si stima che un
sieropositivo su quattro non sappia di essere infetto".
L'IDENTIKIT DEL PAZIENTE: "Le persone che hanno scoperto di
essere Hiv positive nel 2010 hanno un'eta' mediana di 39 anni per
i maschi e di 35 anni per le femmine, hanno contratto l'infezione
prevalentemente attraverso contatti eterosessuali, e sono piu'
spesso stranieri. Inoltre, oltre un terzo delle persone con una
nuova diagnosi di Hiv viene diagnosticato in fase avanzata di
malattia, e presenta una rilevante compromissione del sistema
immunitario (numero di linfociti Cd4 inferiore a 200 cell/L). Le
stime effettuate usando il metodo proposto dall'Unaids indicano
che il numero delle persone viventi con infezione da Hiv
(compresi i casi con Aids e le persone che ignorano di essere
infette) e' aumentato passando da 135.000 casi nel 2000 a 157.000
casi nel 2010, principalmente per effetto della maggiore
sopravvivenza legata alle terapie antiretrovirali che comportano
un aumento progressivo del numero delle persone viventi Hiv
positive. I cambiamenti relativi che si osservano nel 2010
rispetto al 2000 sono: l'aumento delle infezioni acquisite
attraverso contatti sessuali, la diminuzione delle persone che si
sono infettate attraverso il consumo di sostanze per via
iniettiva, l'aumento di casi in persone straniere, la diminuzione
della quota di infezioni in donne e l'aumento di casi in persone
con oltre 50 anni di eta'".
LA SORVEGLIANZA DELL'AIDS: "La sorveglianza delle diagnosi di
Aids conclamato ha una copertura nazionale. Dall'inizio
dell'epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati circa 64.000
casi di Aids, di cui quasi 40.000 deceduti. I nuovi casi di Aids
e il numero di decessi per anno continuano a diminuire,
principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali
combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996). È diminuita nel
tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di Aids vengono
diagnosticate con una candidosi polmonare o esofagea, mentre
aumenta la quota di pazienti che presentano linfomi.
Come precedentemente detto, molte persone Hiv positive scoprono
di essere infette dopo vari anni e pertanto non possono usufruire
dei benefici delle terapie antiretrovirali prima della diagnosi
di Aids: dal 1996 ad oggi ben due terzi delle persone
diagnosticate con Aids non ha effettuato alcuna terapia
antiretrovirale prima di tale diagnosi. I dati sulla sorveglianza
dell'infezione da Hiv e dell'Aids sono disponibili sul sito
dell'Iss, alla pagina internet del Centro Operativo Aids".
(Wel/ Dire)