(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 apr. - Un volume distribuito
gratuitamente, "con l'unico obiettivo di diffondere in modo
sempre piu' incisivo e capillare la cultura della donazione di
organi, facendo conoscere anche ai 'non addetti ai lavori' gli
aspetti piu' intimi e personali di coloro che hanno potuto
beneficiare del grande dono di una nuova vita". Cosi' Tonino
Badaracchi, vicepresidente della onlus Acti (Associazione
cardiotrapiantati) - sezione di Roma, presenta l'iniziativa di
pubblicare il libro dell'antropologa Michela Mitola, dal titolo
"Il corpo di Pandora. Storie di trapiantati di cuore tra l'attesa
e il 'dono'".
Nata da un'esperienza di 9 mesi presso l'Unita' operativa di
cardiochirurgia- Centro trapianti di cuore e il Day-hospital
cardiologico dell'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, a
Roma (dove sara' presentata durante un convegno in programma nel
mese di giugno), l'indagine racconta la malattia e la rinascita
dei pazienti coinvolti in un cardio-trapianto. Le storie, tutte
vere, non vengono narrate da un punto di vista medico o
infermieristico. I veri protagonisti del libro, infatti, non sono
ne' medici ne' infermieri, ma coloro che - quasi all'improvviso -
si ritrovano catapultati in una dimensione di disagio, paura e
sofferenza: i malati, dei quali e' stata rispettata la privacy,
usando per nominarli iniziali di fantasia, come del resto per il
personale sanitario.
"È il malato il reale fulcro dello studio antropologico, in
quanto attraverso la sua vicenda ricodifica un'esperienza unica
(il trapianto) che richiama questioni cruciali: la patologia, il
significato della morte, i confini dei corpi e il senso del
dono", spiega Mitola, precisando: "Vivendo tappe apparentemente
tutte biomediche, il paziente scopre nelle varie fasi della
ricezione di un nuovo cuore una dimensione psicologica, simbolica
e sociale, sperimentata attraverso le numerose e complesse
trasformazioni del suo corpo".
Quindi "le testimonianze costruiscono un luogo in cui tale
complessita' cerca di venire allo scoperto, nel tentativo di
restituire al cardio-trapianto una prospettiva piu' ampia e non
solo sanitaria", onclude l'autrice. Frutto della ricerca
antropologica svolta dall'etnografa su invito di Giovanna
Natalucci, direttore UocUrp dell'Azienda Ospedaliera San
Camillo-Forlanini, e di Alessandro Lupo, presidente del Corso di
Laurea magistrale in Discipline etnoantropologiche
all'Universita' "La Sapienza", il testo e' scaricabile dal sito
http://www.actiroma.it/, nella sezione News. "Tra le righe - nota
il vicepresidente dell'Acti Roma, cardiotrapiantato dal giugno
2002 - e' possibile ripercorrere con i pazienti e i loro
familiari l'itinerario esistenziale, non solo medico, compiuto
dall'inserimento nella lista d'attesa fino a diversi anni
successivi al trapianto, con le implicanze psicologiche e sociali
che questo evento cruciale comporta".
Si puo' contribuire volontariamente, con un'offerta libera, alle
spese di impaginazione, stampa e spedizione sostenute
dall'associazione; l'eventuale importo versato e' deducibile ai
fini fiscali. "Ci tengo a precisare - conclude Badaracchi - che
l'edizione del volume in 500 copie e' stata possibile grazie al
contributo a titolo completamente gratuito di tutti, anche allo
scopo di dare risalto agli sconosciuti donatori di organi, che
con il loro impagabile gesto hanno consentito a noi e a tanti
altri di tornare a vivere".
(Wel/ Dire)