(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 21 apr. - Un programma
innovativo a livello territoriale che si pone come obiettivi il
recupero delle abilita' residue e l'autonomia dell'anziano. Da
poco piu' di un mese, al Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, e'
partito il progetto "Finger food in geriatria" rivolto a pazienti
con problemi cognitivi. Niente posate, ma cibo da prendere con le
mani e uso del colore per incentivare l'uso della memoria e delle
capacita' sensoriali. "Il progetto ha valenza strategica- spiega
Afro Salsi, direttore del dipartimento di Medicina interna,
dell'invecchiamento e malattie nefrologiche del Sant'Orsola-
perche' e' un'innovazione assistenziale del paziente geriatrico".
E' un'opera di sensibilizzazione, il cui primo step consiste nel
recuperare, in termini di disabilita', la capacita' autonoma di
introdurre cibo, cercando di rallentare il deterioramento
cognitivo: si tratta di un abbattimento delle barriere residue
dell'anziano. Finora il progetto e' in via di sperimentazione con
due pazienti affetti da problemi cognitivi ma, "in futuro-
afferma Mario Cavalli, direttore amministrativo del Sant'Orsola-
potrebbe essere esteso in gran parte dell'ospedale".
L'autonomia dell'anziano e' sancita dal mangiare solo con le
mani, dal riconoscere i cibi grazie ai colori e dall'ambiente al
paziente dedicato. "I colori hanno un ruolo fondamentale- spiega
Nadia Sabbatini, coordinatore servizio dietetico- l'alimentazione
s'inserisce in una strategia cognitiva che considera il tatto e
la vista, senso che nel paziente affetto da demenza e'
strettamente collegato alla memoria: il contrasto dei colori e'
usato nella preparazione dei pasti, infatti sono stati acquistati
dall'ospedale stoviglie colorate in modo che queste si
distinguano bene dalla vivanda al loro interno".
(Wel/ Dire)