PER ESPRIMERE IN VITA IL CONSENSO ALLA DONAZIONE POST-MORTEM
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 apr. - Esprimere in vita il
consenso alla donazione del corpo, post mortem, alla scienza, per
dare la possibilita' ai giovani chirurghi di imparare 'sul campo'
e per poter sperimentere, su cadavere, gli interventi piu' rari,
e delicati, o tecniche operatorie innovative. E' il contenuto di
diversi progetti di legge in discussione in commissione Affari
sociali alla Camera, che ha gia' terminato un primo giro di
audizioni di tecnici e societa' scientifiche. ''La dissezione -
spiega il relatore del provvedimento, Gero Grassi - in Italia non
si pratica'' per mancanza di 'materia prima', e ''i nostri
chirurghi sono costretti ad andare all'estero per completare la
loro formazione. E' un ritardo che nei decenni scorsi si imputava
alla diffidenza della Chiesa, superata dopo il riconoscimento
gia' della donazione di organi come gesto di umanita' e
solidarieta' ''. L'ipotesi allo studio e' quella della
''donazione volontaria'' e che ha come linea guida ''il rispetto
totale e la dignita' del corpo, anche se morto''. I vincoli,
infatti, saranno quelli ''dell'integrita' della salma'' e della
sua ''riconsegna'' alle famiglie, una volta terminati gli studi.
Sui tempi per la riconsegna e' ancora aperto il dibattito, ma,
sottolinea Grassi, ''in commissione abbiamo registrato un
consenso bipartisan''. Oltre alla proposta a prima firma di
Grassi (Pd), infatti, ce ne sono altre tre, simili, depositate da
Matteo Brigandi' (Lega), Ivano Miglioli, sempre Pd, e Domenico Di
Virgilio (Pdl). Quest'ultima, spiega lo stesso esponente del Pdl,
contempla anche la donazione alla scienza ''delle salme che non
sono reclamate da nessuno, trascorso un congruo periodo di
tempo''. Questi 'morti abbandonati', attualmente sono
''all'incirca un migliaio'' sottolinea Grassi, e non possono
essere utilizzati perche' ''a disposizione dell'autorita'
giudiziaria''. .
(Wel/ Dire)