(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 apr. - Il diritto alla
salute viene garantito (sulla carta) anche agli stranieri
irregolari, in base a quanto previsto dall'articolo 35 del Testo
unico sull'immigrazione. Ma di fatto, negli ospedali milanesi,
cosi' non e': l'erogazione del codice Stp (Straniero
temporaneamente presente) avviene in maniera arbitraria, con
modalita' disomogenee tra le varie strutture ospedaliere. E'
quanto emerge dalla ricerca "La doppia malattia" condotta dai
medici del Naga: 82 pazienti affetti da malattie croniche anche
rilevanti sono stati inviati (e in alcuni casi anche
accompagnati) presso le strutture ospedaliere con la richiesta di
rilascio del codice Stp. "Nel 61,6% dei casi la richiesta ha dato
esito negativo", spiega Gugliemo Meregalli, medico volontario del
Naga.
"Abbiamo riscontrato una prassi disomogenea, una parziale
disapplicazione della normativa, un'erogazione e una gestione del
codice Stp inefficiente e inefficace con la conseguente grave
esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi
cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure", spiegano
Gugliemo Meregalli e Stefano Dalla Valle.
L'indagine (che si e' svolta tra novembre 2010 e marzo 2011) ha
coinvolto 560 pazienti che si sono rivolti presso lo sportello
del Naga. "Su 23 pazienti che avevano avuto un accesso al Pronto
soccorso prima di rivolgersi a noi -spiegano i medici- a tre non
e' stato assegnato il codice STP e ad altri 15 e' stato
assegnato, ma non sono stati informati sul significato e sull'uso
del codice". Inoltre non sono state fatte le impegnative per le
visite di controllo o per l'acquisto di farmaci. Particolarmente
significativi i casi di cinque pazienti che si erano fratturati
un arto e, dopo essere stati ingessati, dimessi dal Pronto
soccorso ai quali non e' stato indicato a chi rivolgersi per le
radiografie di controllo e a rimozione del gesso. "Gli italiani e
gli immigrati regolari possono rivolgersi ai medici di base per
avere le impegnative -spiegano i medici- gli irregolari non sanno
a chi rivolgersi. E vengono rimbalzati da una struttura
all'altra".
Uno dei principali ostacoli all'erogazione del Stp e' la
mancanza di un iter chiaro e uniforme in tutta la Regione. "Manca
il raccordo tra il Pronto soccorso e chi deve seguire le fasi
successive della terapia", commenta Guglielmo Meregalli.
"Crediamo che la difficolta', a volte l'impossibilita', per i
cittadini stranieri irregolari di accedere alle cure mediche
risieda principalmente in una precisa volonta' politica di non
applicare la normativa vigente creando, cosi', difficolta'
nell'accesso e nel godimento del diritto alla salute", commenta
Pietro Massarotto, presidente del Naga.
L'associazione ha poi elaborato tre proposte che, se applicate,
potrebbero modificare la situazione vigente: iscrivibilita' dei
cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina
generale; applicazione omogenea della normativa nazionale vigente
e conseguente rilascio e gestione successiva del codice Stp in
tutte le strutture sanitarie ubbliche e convenzionate della
Lombardia. Infine campagne pubbliche di sensibilizzazione,
formazione e informazione in merito alla normativa vigente e ai
diritti fondamentali in materia di salute rivolte a tutto il
personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non.
(Wel/ Dire)