(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 apr. - Cittadini disorientati
e a caccia di informazioni, in ansia per presunti errori
diagnostici e terapeutici, in lotta tra loro per accedere alle
prestazioni ma il piu' delle volte vittime di un sistema di liste
di attesa colabrodo, buono solo per essere aggirato se non
sfruttato per fini personali. Nel 2010 infatti le prestazioni
erogate e non prenotate nella Regione Lazio sono state ben
8.751.821, pari al 62,9% del totale delle prestazioni erogate.
Mentre chi le rispetta puo' attendere oltre 100 giorni per una
visita oculistica o urologica, piu' di 180 per una visita
cardiologia, oltre 280 per un eco-color doppler, addirittura 340
giorni per un'ecografia all'addome. Nel II Rapporto regionale
curato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato,
lo scenario poco edificante dei cittadini del Lazio alle prese
con le tante contraddizioni della sanita' regionale, alla luce
dei 4.023 casi giunti al servizio Pit (Progetto integrato di
tutela) di Cittadinanzattiva Lazio dall'1 gennaio al 31 dicembre
2010.
La "fotografia" del Sistema sanitario laziale dal punto di
vista dei cittadini e' stata presentata oggi a Roma, alla
presenza di esponenti istituzionali, operatori del settore e
organizzazioni impegnate a vario titolo in ambito sanitario.
"Con un sistema sanitario in fase di ristrutturazione noi
crediamo che il principio della contestualita' sia sacrosanto",
ha dichiarato Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di
Cittadinanzattiva-Tdm Lazio. "Si chiudono i servizi solo laddove
si riesce a garantire contestualmente l'apertura di nuovi e piu'
adeguati servizi sanitari".
I problemi piu' sentiti dai cittadini, quindi, sono la
mancanza di informazione e il conseguente disorientamento
(18,2%), i presunti errori (17,2%) e la difficolta' di accesso
alle prestazioni (11,9%). Seguono, rapporto con medici/personale
sanitario (8,7%), denunce varie (7,1%), invalidita' e accompagno
(5,4%), liste di attesa (5%).
Ecco punto per punto il Rapporto di Cittadinanzattiva e Tribunale
del malato:
- RICHIESTA DI INFORMAZIONI E CONSEGUENTE ORIENTAMENTO (18,2% del
totale dei casi) - Poca chiarezza che accompagna compiti e doveri
dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta
(30% delle segnalazioni relative);
incompletezza delle informazioni relative al pagamento del ticket
al Pronto Soccorso e alle patologie per le quali e' prevista
l'esenzione (27%);
difficolta' di comprensione della normativa di riferimento (22%);
non conoscenza di funzionamento ed organizzazione dei servizi
(18%), dall'ospedalizzazione alla riabilitazione, dalla scelta
del medico ai diritti rispetto alle visite a domicilio, dal come
prenotare un esame al conoscere gli orari di apertura degli
studi; salute & diritto del lavoro (2%).
- PRESUNTI ERRORI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI (17,2% dei casi) -
Una paura presente principalmente in Oncologia (26% delle
segnalazioni relative): sottovalutazione sintomi, mancata
diagnosi tempestiva, mancata prescrizione di accertamenti idonei
a favore di accertamenti non idonei, errata lettura di
accertamenti diagnostici, errata diagnosi e falso negativo, etc.
Ortopedia (24%): diagnosi errata o tardiva, non riconoscimento di
lesioni in atto, sottovalutazione sintomi segnalati dal paziente,
errata immobilizzazione, mancato rilevamento di tutte le lesioni
in politraumatizzati, etc. Seguono, chirurgia generale (15%),
cardiologia (7%), diagnostica e ginecologia (6% ciascuno),
medicina generale (4%), oculistica ed otorinolaringoiatra (3%
ciascuno), odontoiatria ed urologia (2%), pediatria (1%).
"Anche se non sempre dietro una segnalazione sussiste un
errore medico rilevante giuridicamente- specifica Scaramuzza-
permane nei cittadini la convinzione di aver comunque subito un
torto ogni qual volta viene meno il rapporto fiduciario con il
medico. Vuoi per un consenso informato ridotto a mera formalita',
vuoi per errori banali nella compilazione di referti,
prescrizioni, certificati e cartella clinica. Anche a fronte di
tali situazioni riteniamo che l'introduzione della mediazione in
sanita' rappresenti una buona occasione dal punto di vista della
tutela dei diritti".
- DIFFICOLTÀ DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI (11,9% dei casi) - In
primis quelle assistenziali (28% delle segnalazioni relative).
Seguono le richieste per mancata assistenza (18%), info sulle
modalita' di funzionamento dei servizi (16%), complicazioni
burocratiche (13%), servizi mancanti (10%), non erogati (8%) o
erogati con ritardo ingiustificato (7%).
- RAPPORTO CON I MEDICI/PERSONALE SANITARIO (8,7% dei casi) -
A causa del mancato rispetto di principi deontologici, scarsa
umanita' e sensibilita' da parte di chi dovrebbe sempre porre al
centro la persona e non semplicemente la malattia.
- DENUNCE (7,1% dei casi) - Cattive condizioni delle
strutture (57% delle segnalazioni relative), inadeguato
trattamento degli utenti (26%), venir meno del diritto a
continuita' e qualita' delle cure (14%), richiesta ingiustificata
di pagamenti e rifiuti di rimborsi spettanti di diritto (3%).
- INVALIDITÀ E ACCOMPAGNO (5,4% dei casi) - Le segnalazioni
attengono soprattutto la consulenza, sia medica (60% delle
segnalazioni relative) che tecnica (15%), seguite da richiesta di
informazioni, sia generica (11%) che relativa alla Legge n.
80/2006 (7%).
- LISTE DI ATTESA (5% dei casi) - Difficolta' di accesso a
servizi e prestazioni (48%), attese e ritardi ingiustificati
(25%), malfunzionamento liste di attesa (13%), mancata erogazione
del servizio (10%), esenzione pagamenti (4%). "L'ottimo lavoro
del Recup- conclude Scaramuzza- e' in gran parte vanificato dal
fatto che solo poche aziende forniscono una percentuale
significativa delle agende. Il risultato e' che oltre il 60%
delle prestazioni erogate nel Lazio non sono prenotate. Questo
dato si colloca fuori da ogni controllo del Servizio regionale di
prenotazione, e non fa che alimentare in tanti cittadini un
comune senso di ingiustizia perche' puo' facilmente nascondere un
sistema di favoritismi, clientele e concussione, se non di
corruzione".
A Roma percentuali particolarmente alte di prestazioni erogate
ma non prenotate si riscontrano presso l'Umberto I (85,8% di
prestazioni "fuori lista") e Asl Roma H (64,9%). In provincia, si
distingue in negativo l'Asl Viterbo (70,9%), seguita da Asl
Frosinone (68,1%) e Asl Latina (67,6%); valori piu' contenuti
presso l'Asl Rieti (49,5%).
(Wel/ Dire)