(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 apr. - Si chiamano
"dimissioni forzate", e' uno dei problemi che i cittadini si
trovano spesso ad affrontare, si qualificano cosi' le dimissioni
dall'ospedale ritenute dal malato premature e/o improprie.
Questo puo' avvenire, ad esempio quando gli operatori sanitari
stanno per procedere alle dimissioni di un soggetto, le cui
condizioni di salute non sono tali da consentire l'uscita dalla
struttura ospedaliera.
Puo' anche accadere che la necessita' dell'ospedale di rendere
disponibili i letti per nuovi ricoveri induca i medici curanti a
rimandare a casa pazienti ricoverati e a loro giudizio guariti,
ma che in realta' necessitano di ulteriori giorni di degenza.
La recente sentenza della Corte di Cassazione n° 8254/11
ammonisce i medici stabilendo che possono essere chiamati a
rispondere per omicidio colposo se dimettono troppo
sbrigativamente dall'ospedale pazienti che poi subiscono eventi
letali o conseguenze dannose per la salute. Il dovere e' quello
di ½anteporre la salute del malato a qualsiasi altra diversa
esigenza».
Le parole dei supremi giudici sono chiarissime: se le linee guida
in uso negli ospedali ½dovessero rispondere solo a logiche
mercantili», il rispetto delle stesse ½a scapito dell'ammalato,
non potrebbe costituire per il medico una sorta di salva
condotto, capace di metterlo al riparo da responsabilita'
giuridica, o anche solo morale».
Il Centro Difesa del Malato nell'intento di assicurare ai
cittadini la consapevolezza dei propri diritti, (obiettivo
principale del Centro), elenca alcuni consigli da seguire nei
casi in cui il paziente reputa le dimissioni improprie ed
affrettate: Prendere contatto con il primario del reparto e con i
medici che lo hanno avuto in cura, approfondendo le ragioni delle
dimissioni ritenute premature;
Non firmare e non fare firmare dai parenti alcun foglio di
dimissioni: equivarrebbe a un assenso che renderebbe piu'
difficile una contestazione futura;
Provare a fare intervenire il medico di base perche' accerti la
necessita' di cure ospedaliere, di terapie o di interventi ancora
da effettuare in ospedale, ricordiamo che in base al nuovo
accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale, fra
i compiti del medico di famiglia rientra anche quello di accedere
ai luoghi di ricovero dei propri assistiti ed eventualmente
partecipare alle decisioni che li riguardano;
Sollecitare la direzione sanitaria a contattare altre strutture
idonee al ricovero per il proseguimento della propria cura.
(Wel/ Dire)