ROMA - Difficolta' a trovare un'occupazione dopo il trauma, la
cui ricerca e' affidata nell'82% per cento ad amici e parenti.
Barriere architettoniche nei luoghi di lavoro e negli stessi
centri per l'impiego che si occupano di collocamento
obbligatorio. Sono questi alcuni degli ostacoli che rendono il
reinserimento sociale e lavorativo per le persone con lesione al
midollo spinale una meta difficile da raggiungere. Lo dimostra
una ricerca realizzata dall'Istud nel 2006 e presentata oggi nel
corso della convegno indetto per la Giornata nazionale. Secondo
l'indagine, realizzata su un campione di 250 persone, solo nel
42% dei casi in cui le persone hanno segnalato la presenza di
barriere architettoniche sul lavoro, si e' provveduto a
rimuoverle. Inoltre dopo la lesione solo il 30% riesce a
mantenere gli stessi ritmi di lavoro, mentre un altro 30% ha
richiesto ferie e permessi speciali, il 20% invece ha dovuto
sospendere l'attivita'.
"Il 40% dei centri per l'impiego che lavorano sul collocamento
obbligatorio e' inaccessibile. Se non consentono neanche
l'accesso possiamo immaginare come lavorano questi servizi-
commenta Pietro Barbieri presidente della Fish- Su 70mila posti
disponibili, sono state fatte 20 mila assunzioni, cio' vuol dire
che 50mila posti vanno in fumo, o che molto spesso si tratta
esoneri. Poi c'e' la questione dei controlli dove rasentiamo la
comicita'. Il problema e' la difficolta' del ministero del Lavoro
di fare un' attivita' ispettiva realmente oggettiva". Tra gli
esempi il presidente della Fish ha citato al regione Marche dove
a fronte del numero sostanzioso di imprese sul territorio le
sanzioni per non aver assunto persone con disabilita', come
previsto dalla legge, e' pari a zero. "C'e' la necessita' di un
incontro tra domanda e offerta. Meno del 10% dei centri impiego
fa un lavoro propedeutico alle imprese- continua- E'necessario
che vengano attivati quei percorsi che la Convenzione Onu sui
diritti delle persone con disabilita', chiama di vita
indipendente".
"Con la ratifica della Convenzione ci siamo dotati di un
osservatorio che ha diverse funzioni: monitoraggio, promozione,
ricerca e programmazione. E'la prima volta in Italiache questo
accade. Uno dei compiti dell'Osservatorio e' proprio quello di
predisporre un piano di azione biennale su questi temi. Il
comitato tecnico scientifico sta lavorando sulla metodologia e
sui temi da affrontare come il lavoro, l' accessibilita', la
presa in carico- sottolinea Raffaele Tangorra dirigente del
ministero del Lavoro e delle Politiche sociali-. Il nostro paese
e' un paese in cui le differenze tra regioni sono enormi, anche
per quanto riguarda la spesa sociosanitaria. Il federalismo
fiscale da questo punto vista comporta dei rischi se non
riusciamo a prevedere meccanismo di riequilibrio".
Marella Caramazza, direttore istud, ha posto l'accento sul
problema della dispersione scolastica delle persone che riportano
una lesione midollare. "Esisteun patrimonio di capacita' che oggi
viene sprecato, circa il 60% persone che subiscono un trauma
lascia gli studi- afferma-. E'necessario quindi diffondere dentro
le imprese e a scuola la cultura della disabilita'. Uno degli
obiettivi che il paese si dovrebbe dare e' quello di ridurre
l'abbandono scolastico dei disabili".
(wel/ Dire)