IL 60% RITIENE DI AVERE AVUTO UNA PRIMA ASSISTENZA NON ADEGUATA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 apr. - Il 60% delle persone
con lesione midollare ritiene di avere avuto una prima assistenza
presso gli ospedali di accoglienza scarsa e inadeguata mentre il
34% e' soddisfatto dei primi interventi. L'unita' spinale viene,
invece, indicata come la struttura piu' adeguata e specializzata
per l'84% delle persone interpellate, mentre un 6% si ritiene
insoddisfatto dell'assistenza ricevuta ed il 9% non ha espresso
giudizi in merito. Il dato emerge dalla ricerca dell'Istud "La
composizione dell'offerta socio-sanitaria per le persone con
lesione midollare: censimento delle strutture, delle professioni
e delle tipologie assistenziali esistenti in Italia", nella quale
sono state raccolte le testimonianze dei pazienti attraverso
focus group e interviste realizzate tra ottobre e novembre 2010.
Su un totale di 32 persone interpellate, 13 hanno riscontrato un
numero di passaggi tra le strutture di soccorso e sanitarie,
appropriato alla tipologia di lesione individuata, ovvero un
viaggio di cura costituito da 3 tappe (118, ospedale Dea II e
unita' spinale). Escludendo 2 casi in cui l'evento lesivo si e'
verificato all'estero, comportando dei percorsi specifici, i
rimanenti 17 casi ascoltati rivelano percorsi con un esubero di
tappe compreso tra 1 e 3. Il 41% del campione presenta, quindi,
un numero di passaggi corretto, il 53% dichiara un percorso
assistenziale con 1 o piu' tappe in esubero e per il restante 6%
non si e' considerato il numero di trasferimenti effettuati in
quanto l'evento lesivo si e' verificato all'estero. In
particolare nei casi con passaggi eccessivi il 65% dichiara di
avere avuto un'unica tappa in piu', il 29% ne dichiara da due a
cinque in piu', ed il 6% non ha individuato il numero preciso
delle strutture di cura visitate; in tutti i casi, comunque, le
tappe in esubero sono rappresentate da Ospedali Dea di I o II
livello presso i quali il paziente e' stato trasferito prima di
giungere nel centro specializzato.
Tra le cause di esubero delle tappe, per 5 persone si individua
il mancato riconoscimento iniziale della lesione midollare, che
ha portato ad un trasferimento presso una struttura sanitaria non
specializzata. Le altre cause sono rappresentate da trasferimenti
avvenuti sulla base di convenzioni o canali preferenziali
esistenti, trasferimenti presso ospedali Dea I, mancanza di posti
letto disponibili presso l'unita' spinale, scelta del luogo di
cura sulla base della vicinanza geografica, trattenimento
prolungato presso un centro non idoneo, ulteriori complicazioni
di salute che hanno ritardato gli interventi sulla lesione
spinale. Anche alcuni dei 13 percorsi costituiti dalle 3 tappe
indicate rivelano che, nonostante il numero dei trasferimenti
risulti appropriato, possono subentrare molteplici altri fattori
che rendono l'offerta sanitaria non ancora ottimale: i
trasferimenti extra-regionali presso le unita' spinali, l'arrivo
in unita' spinale come frutto dell'iniziativa personale del
paziente e non di un'indicazione fornita presso l'Ospedale,
l'iniziale non riconoscimento della lesione midollare e, infine,
la scarsa qualita' denunciata nelle cure ricevute presso
l'ospedale di primo soccorso.
Per quanto riguarda i sentimenti e gli stati d'animo dei
pazienti si riscontra una differenza legata alla fase del
percorso assistenziale descritto. "A partire dalle prime fasi di
soccorso successive all'evento lesivo, e per tutta la durata
dell'emergenza, si registrano sentimenti che denotano una forte
preoccupazione- si legge nella ricerca- sensazione di non essere
in buone mani, percezione di un senso di panico, paura di non
essere arrivati nel luogo di cura adatto, non sentirsi ascoltati
ne' informati di quello che sta succedendo". Conforto,
protezione, fiducia, sicurezza, famigliarita', sollievo, senso di
rinascita e liberazione sono invece le sensazioni rilevate dalla
maggioranza delle persone dal momento in cui vengono ricoverate
presso le unita' spinali. Durante tale fase per alcuni "si
individua come sentimento principale la voglia di raggiungere la
massima indipendenza ed autonomia, di prepararsi ad affrontare la
nuova vita riprendendo a fare il piu' possibile delle cose che si
facevano prima della lesione spinale". Delusione, rispetto ai
risultati ottenuti dal progetto riabilitativo e' poi espressa da
un paio persone, che vorrebbero vedere piu' progressi, attraverso
espressioni quali "sono stato parcheggiato da una struttura ad
un'altra", "ho scelto la struttura sbagliata", "mi consideravano
un problema". Alcune testimonianze, poi, rivelano un giudizio
negativo; altre persone si sentono fortunate, nell'evento
sfortunato, per avere avuto un'assistenza adeguata. Infine, per
quanto riguarda le aspettative future, si riscontra una divisione
tra chi prova incertezza sul futuro e su cio' che capitera' e chi
invece delinea dei progetti precisi riguardo al futuro.
(Wel/ Dire)