IL 61% DEI POSTI LETTO SI TROVA AL NORD.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 apr. - L'offerta sanitaria
per la cura delle lesioni midollari in Italia e' a macchia di
leopardo e fortemente disomogenea. La disponibilita' di ricovero
per i malati affetti da tale patologia si concentra, infatti,
prevalentemente al nord dove si trovano circa i 2/3 dei posti
letto (61%). Il resto e' distribuito tra le regioni del centro
Italia (24%) e, in percentuale ancora piu' bassa, nel sud Italia
e nelle isole (16%). Il dato emerge dalla ricerca "La
composizione dell'offerta socio-sanitaria per le persone con
lesione midollare: censimento delle strutture, delle professioni
e delle tipologie assistenziali esistenti in Italia" realizzata
dall'area Sanita' e Salute della Fondazione Istud, con il
finanziamento dell'Inail- direzione centrale Prestazioni.
"Il primo elemento che si nota e' la grande disomogeneita' tra
le regioni, sia nella quantita' e qualita' delle strutture
sanitarie di cui dispone, sia nell'organizzazione e gestione dei
percorsi assistenziali, dall'emergenza fino alla riabilitazione-
si legge nella ricerca-. Le differenze riscontrate sono frutto di
una molteplicita' di fattori, che spazia dalla disponibilita'
delle risorse finanziarie (ben 7 regioni hanno attualmente il
bilancio sanitario in deficit), alle disposizioni normative, alle
scelte di impronta politica, al livello di attenzione dato al
mondo della disabilita', ai modelli di organizzazione seguiti,
alle riorganizzazioni ospedaliere, all'esistenza di specifici
protocolli o convenzioni tra strutture, agli sforzi compiuti
dalle associazioni di rappresentanza dei para-tetraplegici (che
in certi territori sono molto attive) e, chiaramente, alla
tipologia di centri sanitari esistenti". Dal censimento
effettuato emerge che proprio nelle regioni che hanno un piano di
rientro della spesa sanitaria , tranne che per il Lazio, non e'
presente nessuna unita' spinale unipolare. Inoltre si nota un
rapporto inversamente proporzionale tra il numero delle strutture
sanitarie pubbliche e private: nelle regioni in cui l'offerta
sanitaria pubblica e' ampia e ben coordinata, infatti, i centri
medici privati sono quantitativamente inferiori; viceversa, nelle
regioni in cui traspare un'organizzazione sanitaria pubblica
carente, le strutture private sono effettivamente piu' numerose.
Nello specifico, nel nord Italia si concentrano 5 delle 8 unita'
spinali unipolari esistenti sul territorio nazionale. Tali
strutture costituiscono inevitabilmente il punto di riferimento
per le persone con lesione midollare non solo locali ma anche
extra-regionali; esistono, infatti, delle convenzioni sanitarie
che consentono il ricovero di pazienti provenienti da altre
regioni, soprattutto del sud Italia. Le unita' spinali unipolari
sono comunque inserite all'interno di un sistema integrato di
assistenza al trauma grave, per cui le attivita' di ricovero e
riabilitazione sono affiancate da altre strutture sanitarie,
quali unita' spinali non unipolari, Dea II, istituti di
riabilitazione specifici. Anche qui, pero', "nonostante
l'esistenza di un piano di gestione delle emergenze legate alle
lesioni midollari, l'offerta sanitaria rilevata appare
insufficiente a soddisfare le richieste, in parte per il numero
ancora basso di strutture adeguate e posti letto, in parte per la
scarsa integrazione tra tali strutture, che generalmente operano
in maniera non coordinata, in assenza di un canale di
informazione unico". Nel del centro Italia si concentrano le
restanti unita' spinali unipolari, anch'esse giudicate
"insufficienti a soddisfare le richieste di ricoveri dell'area".
La situazione di questa porzione di territorio italiano e'
particolarmente eterogenea: in alcuni casi l'offerta sanitaria e'
adeguata ed attenta nei confronti delle esigenze delle persone
con lesione midollare (Toscana), o comunque si rileva un certo
intento nel voler migliorare i propri servizi (Marche), in altri
casi emergono situazioni di particolare confusione e di
stravolgimento nell'organizzazione dell'offerta sanitaria, dovute
a nuove direttive politiche (Lazio) o a sconvolgimenti causati da
calamita' naturali (nel caso della Regione Abruzzo) o, ancora, a
fallimenti delle strutture sanitarie adibite (Molise).
Nel sud e nelle isole la situazione e' di difficile definizione,
poiche' "ufficialmente traspare una forte carenza di strutture
sanitarie a disposizione per i cittadini con mielolesioni, ad
eccezione dell'unita' spinale unipolare di Cagliari". In realta',
secondo l'indagine, si rilevano numerosi presidi ospedalieri e
strutture sanitarie di riferimento, in gran parte private, alcune
delle quali con reparti specifici per l'accoglienza dei pazienti
con lesioni al midollo spinale, ma in molti casi si tratta di
centri la cui attivita' e' ancora in fase di progettazione o di
non facile identificazione tramite dati oggettivi.
"I traumi spinali- si legge nel rapporto- rappresentano una di
quelle patologie per le quali la "fuga" verso le regioni del
centro-nord rappresenta ancora l'unica via per evitare la morte o
attenuare i postumi invalidanti". Secondo l'Istud, tra le
esigenze rilevate in maniera piuttosto uniforme nelle regioni
esaminate, "emerge l'importanza e la necessita' di costituire sul
territorio italiano una rete di comunicazione tra le strutture
sanitarie che si occupano di traumi al midollo spinale e tra i
professionisti e gli operatori sanitari del settore. Cio'
rappresenterebbe certamente un grande passo in avanti sia per la
ricerca medica sia per la qualita' dei servizi offerti". "Facendo
una prima stima quantitativa dei risultati emersi- conclude il
rapporto- si conferma la globale inadeguatezza dell'offerta
sanitaria a disposizione per le persone mielolese, non solo per
la mancanza di strutture idonee al loro ricovero e alla
riabilitazione in ampie porzioni di territorio, ma anche per il
numero esiguo di posti letto delle strutture pubbliche esistenti,
che si stima sia decisamente carente rispetto alle richieste".
Nell'analisi sono state individuate 22 unita' spinali hanno 489
posti letto a disposizione. Rapportando il numero dei posti letto
ai 1200 nuovi casi di persone con lesione midollare stimate, "si
evidenzia l'insufficienza della copertura nazionale di posti
letto, specialmente se si tiene conto del fatto che nei centri
esperti bisogna gestire necessariamente anche numerosi rientri di
persone che hanno gia' avuto diagnosi negli anni precedenti".
(Pic/ Dire)