(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 apr. - "La Tepco inizia a
riversare in mare acqua radioattiva".
Lo scrive l'agenzia giapponese Kyodo News. La Tepco e' societa'
che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, da cui gia' stava
uscendo - per finire sempre in mare - acqua contaminata per via
di una falla di 20 centrimentri al reattore 2.
GREENPEACE, UNA SECONDA SQUADRA SUL CAMPO - Greenpeace ha inviato
in Giappone una seconda squadra di esperti in radioprotezione per
"indagare sulla 'fall out' radioattivo nelle aree circostanti la
centrale di Fukushima". La stessa associazione ambientalista fa
sapere in una nota che "oltre alla contaminazione ambientale,
saranno effettuati test su latte e prodotti agricoli". La scorsa
settimana, ricorda l'organizzazione, la prima squadra inviata da
Greenpeace aveva riscontrato, "a 40 chilometri dalla centrale,
una contaminazione tale da giustificare l'evacuazione dell'area".
Il Governo giapponese ha accusato Greenpeace di diffondere dati
falsi, ma "le misurazioni sono state successivamente confermate
dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)",
sottolinea Greenpeace. "A tre settimane dal disastro ci sono
ancora risposte scarse e contraddittorie da parte delle
autorita'", denuncia Rianne Teule, esperta di radiazioni per
Greenpeace International. "Il nostro obiettivo- sottolinea- e'
fornire dati indipendenti per impedire che la verita' sulla
contaminazione venga nascosta". I dati di Greenpeace, continua
l'ambientalista, rivelano che "i livelli di radioattivita'
misurati da Greenpeace sono tali che, abitando a 40 chilometri
dalla centrale, si assume in meno di una settimana la dose
massima ammessa in un anno".
Intanto, ricorda Greenpeace, proprio ieri il Comitato europeo per
i rischi da radiazioni (Ecrr) ha rilasciato le sue prime
valutazioni: l'organismo ha stima che "nei prossimi 50 anni la
contaminazione da Fukushima potrebbe causare fino a 200 mila casi
di cancro nei tre milioni di persone che vivono a meno di 100
chilometri dalla centrale". Dati, comunque non definitivi, dato
che "la crisi e' tutt'altro che terminata". La Tepco (la societa'
che gestisce l'impianto di Fukushima), continua l'associazione
ambientalista, "dopo tre settimane non ha ancora il controllo
della centrale di Fukushima, in particolare dei reattori 2 e 3",
e ancora "cnon e' riuscita a identificare con certezza l'origine
delle perdite di acqua pericolosamente radioattiva". Inoltre,
conclude Greenpeace, secondo il dipartimento dell'Energia degli
Stati Uniti, "almeno il 70% del reattore 1 avrebbe subito una
fusione, mentre la presenza di tracce di plutonio fa ritenere
possibili perdite anche dal reattore 3".
"NESSUN RISCHIO PER L'ITALIA" - Una rete di undici satelliti
costantemente in movimento per controllare la situazione in
Giappone che permette di raggiungere i feriti anche quando le
comunicazioni via terra sono saltate, ma che soprattutto consente
di monitorare e tenere sotto controllo lo spostamento delle
correnti d'acqua inquinata dopo l'incidente alla centrale
nucleare di Fukushima. Questa una delle piu' attuali applicazioni
del progetto dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea, denominato
'Gmes - Global monitoring for environment and security', che
grazie alla cooperazione tra gli Stati membri dell'Ue, rende
possibile un monitoraggio globale dell'ambiente marino, terrestre
ed atmosferico del nostro pianeta, particolarmente utile
soprattutto nel caso di calamita' ambientali. Un monitoraggio
grazie al quale si scopre che il Giappone, dopo il terremoto e lo
tsunami che lo hanno colpito, ha subito uno spostamento
geografico di 2,5 metri, ed e' stato 'fotografato' dai satelliti
oltre 4mila volte. Attraverso questi strumenti, ha spiegato
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e
responsabile per l'Industria e l'Imprenditoria, che oggi ha
visitato le sede italiana dell'Esa a Frascati, "si puo' capire
dove si vanno a concentrare i rischi maggiori ed attuare le
misure necessarie per impedire che ci possano essere danni per i
cittadini". Pero', sottolinea Tajani, quel che sta accadendo in
Giappone e' qualcosa che "deve si' preoccuparci, ma che comunque
e' a migliaia di chilometri da noi".
Per quanto riguarda l'Italia, ha aggiunto Antonio Tajani,
vicepresidente della Commissione europea e responsabile per
l'Industria e l'Imprenditoria, oggi alla sede Esa di Frascati,
"il ministro Fazio ha detto che non ci sono preoccupazioni
dirette e gravi sui prodotti alimentari. Ora si sta monitorando
la corrente dell'Oceano Pacifico, dove l'inquinamento radioattivo
e' piu' forte". È un fenomeno, quello giapponese, ribadisce il
vicepresidente Ue, "che deve si' preoccuparci, ma che comunque e'
a migliaia di chilometri da noi".
Il progetto 'Gmes' e' stato gia' impiegato, per fare alcuni
esempi, nella gestione dei soccorsi e della valutazione dei danni
nella Haiti post-sisma e nel monitoraggio dell'eruzione
dell'Etna, a gennaio, e quella del vulcano islandese
Eyjafjallajkull dell'aprile scorso, fornendo sempre informazioni
dettagliate. In futuro, dopo l'ampliamento delle reti previsto
gia' a partire dal biennio 2012-2013, i satelliti potranno essere
utili nell'individuare la direzione delle nubi vulcaniche,
permettendo di chiudere il traffico aereo solo nelle zone piu' a
rischio ed evitando congestionamenti del traffico, sulla
falsariga di quanto accaduto lo scorso anno.
(Wel/ Dire)