(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 set. - Un errore nel corso
di un'operazione e un calvario di ben sei interventi culminato
con la morte, dopo un'agonia di 36 giorni, di un uomo, Virgilio
Nazzari, 52 anni, che si e' spento il 23 settembre scorso a Roma,
nell'ospedale San Pietro - Fatebenefratelli, a seguito di una
necrosi. Entrato in sala operatoria per l'asportazione di un
rene, perche' malato di tumore, Virgilio Nazzarri si e' visto
chiudere per sbaglio un'arteria. Intervento che gli e' stato
fatale. I familiari del paziente hanno presentato una denuncia
alla Procura della Repubblica di Roma che ha aperto un fascicolo
per omicidio colposo. L'indagine, al momento, e' ancora contro
ignoti. Dall'autopsia disposta dal pm, Paola Filippi, il medico
legale incaricato, alla presenza dell'urologo consulente degli
avvocati della famiglia e del medico legale dell'ospedale San
Pietro-Fatebenefratelli, avrebbe accertato che la necrosi "era
stata provocata dall'incredibile quanto ingiustificabile chiusura
dell'arteria mesenterica superiore, assolutamente estranea a una
simile azione chirurgica che interessa esclusivamente l'arteria
renale" spiegano gli avvocati dei familiari dell'uomo, Francesco
Lauri e Giovanna Zavota. L'uomo e' stato ricoverato il 16 agosto
scorso per essere sottoposto, il giorno successivo,
all'asportazione di un rene ma l'anomalia, secondo i legali della
famiglia, "e' consistita nel ricoverare il paziente nel reparto
di chirurgia generale, pur disponendo la struttura di un adeguato
reparto di urologia, e di affidarlo a un chirurgo generale,
presuntivamente privo di esperienza in campo urologico." Subito
dopo l'intervento, pero', sono comparsi fortissimi dolori
addominali, e solo dopo ventiquattro ore "i medici hanno deciso
finalmente di riportare in sala operatoria il paziente, cui
veniva asportato l'intestino, completamente necrotizzato, senza
approfondirne i motivi ma, anzi, riferendo che si trattava di una
anomalia congenita" specificano gli avvocati. Nei giorni
successivi il processo infettivo in corso si e' esteso agli altri
organi e il 24 agosto Virgilio Nazzarri e' stato sottoposto
all'asportazione della milza e della colecisti. Infine il 20
settembre, ha subito l'asportazione del pancreas, organi tutti
necrotizzati. Fino alla morte il 23 settembre. "Come puo' un
chirurgo, ancorche' generale, scambiare due arterie cosi' diverse
e distanti tra loro?"si chiedono gli avvocati. L'ospedale, dal
canto suo, ha fatto sapere che il paziente e' stato seguito con
competenza e continuita' per tutto il decorso della degenza in
ospedale da equipe medica e infermieristica qualificata e di
elevata esperienza nell'ambito del Dipartimento di chirurgia e
dell'Unita' operativa di rianimazione. Sulla vicenda vuole vedere
chiaro anche il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini,
che ha attivato una commissione d'inchiesta.
(Wel/ Dire)