(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 set. - Nonostante il maggior
rischio, la prevenzione cardiovascolare nel sesso femminile e'
minore. Se e' vero che la donna in eta' fertile ha un rischio
cardiovascolare inferiore a quello dell'uomo grazie all'ombrello
estrogenico, cioe' agli ormoni femminili che la proteggono, e'
anche vero che con la menopausa - aumentando il colesterolo
dannoso (Ldl) e diminuendo quello protettivo (Hdl) e con il
contestuale aumento di peso, ipertensione arteriosa e rischio di
sviluppare il diabete - i nuovi casi d'infarto e di ictus
cerebrale nelle donne aumentano progressivamente, fino a
raggiungere e, intorno ai 75 anni, superare quelli maschili.
Spiega Roberto Volpe, ricercatore presso il servizio di
prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche
di Roma (Spp-Cnr): "Gli ultimi dati Istat confermano che le
malattie cardiovascolari rappresentano ben il 44% delle cause di
morti femminili, contro il 33% negli uomini- dice il comunicato-
Eppure, sebbene siano oltre 120.000 le donne italiane che muoiono
ogni anno per tali patologie, esse sono ancora considerate
tipiche del sesso maschile".
Da questa necessita' di istituire un'efficace strategia di
prevenzione e' nato un vademecum dedicato alla 'Prevenzione
dell'infarto del miocardio nella donna', frutto della
collaborazione tra Spp-Cnr e la Societa' italiana per la
prevenzione cardiovascolare (Siprec), di cui fanno parte
cardiologi e internisti delle principali Universita' italiane.
"Il documento intende fornire al pubblico e agli operatori
sanitari uno strumento completo e pratico e la prevenzione e' un
obiettivo spesso raggiungibile, poiche' la corretta informazione
e' la base della prevenzione", aggiunge Maria Grazia Modena,
direttore di Cardiologia dell'Universita' di Modena-Reggio Emilia
e past-president della Societa' italiana di cardiologia. "Un dato
allarmante in tal senso e' che le donne colpite da infarto acuto
hanno una maggiore mortalita' poiche', per via di una sottostima
del loro rischio da parte dei medici curanti- dice ancora la
Modena- ricevono un minor numero di indagini diagnostiche come la
coronarografia e vengono trattate meno con farmaci fondamentali
per prevenire le recidive come l'aspirina, i betabloccanti e le
statine. Senza dimenticare che esistono malattie cardiovascolari
tipiche delle donne, come la dissecazione spontanea delle
coronarie e delle carotidi".
"Le donne sono poi svantaggiate nella tutela della loro salute",
afferma Massimo Volpe, presidente della Siprec e direttore di
Cardiologia del Policlinico Sant'Andrea dell'Universita' 'La
Sapienza' di Roma, "per alcuni fattori sociali, culturali e
caratteriali, quali: il doppio lavoro domestico e fuori casa, la
propensione a occuparsi prima dei problemi altrui che dei propri,
un interesse prevalentemente orientato alla cura degli aspetti
riproduttivi, la limitata partecipazione agli studi clinici sui
nuovi farmaci, in cui se le donne non sono piu' escluse come
poteva avvenire nelle sperimentazioni condotte negli anni
'70-'80, ancora oggi difficilmente rappresentano il 50% delle
casistiche".
Il documento, oltre a ribadire l'importanza di un corretto
stile di vita e di una terapia farmacologica mirata in caso di
presenza di fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione
arteriosa, diabete e ipercolesterolemia, fornisce indicazioni su
patologie specifiche da menopausa come le malattie autoimmuni,
endocrinologiche o l'ipercolesterolemia. "In quest'ultima una
dieta alimentare a basso contenuto di grassi deve pero' tenere in
conto il fabbisogno di calcio, fondamentale contro
l'osteoporosi", sottolinea il dottor Roberto Volpe. "L'assunzione
di alimenti a ridotto contenuto lipidico ma ad adeguato tenore
calcico, un appropriato apporto di vitamina D e una regolare
attivita' fisica possono permettere di prevenire sia le malattie
cardiovascolari che l'osteoporosi".
(Wel/ Dire)