(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 set. - Un parto su quattro
avviene in strutture che registrano menO di mille parti ogni
anno, quando la soglia minima per garantire servizi ottimali e'
definita dall' Organizzazione mondiale di Sanita' tra gli
ottocento e i mille.
Il 66% dei punti nascita italiani svolge meno di mille parti, il
10,47% avviene addirittura in strutture che registrano meno di
500 parti l'anno. Sono i dati comunicati dalla commissione
parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi,
nell'ambito dell'indagine avviata nel dicembre 2009 che sara'
conclusa, riferisce il presidente, Leoluca Orlando, entro l'anno.
Orlando ha annunciato che la commissione ha inviato agli
assessori regionali alla Salute e alle procure del Paese due
questionari dettagliati per realizzare una fotografia della
situazione.
L'allarme riguarda anche i tagli cesarei: la media italiana
come noto e' molto alta e si attesta attorno al 38%, piu' del
doppio della soglia fissata dalla Oms del 15%. In particolare il
ricorso al cesareo e' cresciuto dall'11% del 1980 al 38% del 2008
e cresce nei punti nascita che lavorano meno. In quelli infatti
come meno di 500 parti l'anno sono ben 42,6% con la punta massima
registrata in Campania (62% del totale).
Orlando evidenzia che "sotto i 500 parti non si puo' andare" e
rivolge un appello alle madri perche' "non chiedano di partorire
sotto casa ma nelle sale parto che abbiano i requisiti". Sul
parto cesareo "non e' possibile affidare la scelta all'interesse
economico o alla moda". Tanto che la commissione invita le
regioni a uniformare i rimborsi riconosciuti al parto naturale e
cesareo per sgombrare il campo dalle convenienze economiche.
Il relatore dell'inchiesta, Benedetto Fucci, osserva che "la
sanita' italiana e' tra le migliori del mondo" ma "le carenze
organizzative vanno risolte". Sulla scelta del casareo "il medico
deve essere lasciato autonomo nella sua decisione". La
conclusione generale condivisa dalla commissione e' che "le
regioni che spendono di piu' danno un servizio peggiore".
Terminata l'indagine l'organismo formulera' proposte al
Parlamento "non fare la riforma della riforma della riforma-
precisa Orlando- ma per offrire indicazioni per rendere migliore
il servizio".
(WEl/ Dire)