PERNAZZA (CHIRURGHI OSPEDALIERI): TRALASCIATI ASPETTI NON TECNICI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 set. - "Anche se insisto sul
forte convincimento che il nostro Sistema abbia in se' un grado
assai alto di qualita' e sicurezza, tuttavia episodi come questi
ultimi dell'ospedale di Messina e delle Molinette di Torino,
debbono indurci a rivedere programmi e percorsi formativi proprio
in funzione di quanto accaduto". E' quanto dichiara Enrico
Pernazza, responsabile del 'Coordinamento scientifico e qualita''
dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), che alla
vigilia del XX Congresso nazionale Acoi di videochirurgia che si
terra' ad Acireale (CT) dal 16 al 18 settembre, torna sui casi di
presunta malasanita' a carico del Sistema sanitario nazionale e
mette in evidenza le carenze sugli aspetti della formazione
professionale del medico. "I recentissimi fatti accaduti - spiega
il chirurgo - aprono la tematica sugli aspetti 'non tecnici'
della nostra professione e dei nostri settings: le cosidette 'non
technical skills', che non sono oggetto di studio,analisi e
approfondimenti ne' durante i nostri studi universitari di base
ne' in ambito del percorso di specializzazione e tanto meno
durante le attivita' lavorative in prima linea". Dal punto di
vista del clinical risk management, prosegue Pernazza, "gli
aspetti relazionali , il clima interno e i processi organizzativi
sono altrettanto importanti tasselli del corredo formativo ed
educativo di tutti i professionisti operanti in ogni sistema ad
alta complessita' come il nostro Sistema sanitario".
Gli ambiti professionali in sanita', dove e' maggiore la
richiesta di percorsi di simulazione su tali tematiche, sono
proprio i settings di sala operatoria, sala parto, sala rossa
dell'emergenza e settings ambientali esterni di maxi emergenza.
"E' del tutto evidente - sottolinea Pernazza - come tale tematica
sia importante affrontarla in una logica proattiva e radicare nei
professionisti il concetto culturale dell'importanza di percorsi
simili, al fine di ridurre i conflitti,renderli gestibili e
creare relazioni ambientali non certamente idilliache, ma senza
le spigolature che portano a drammatici eventi che poi danno una
immagine negativa della sanita'. Gli strumenti ci sono e debbono
essere usati". Ma e' possibile percepire la qualita' senza
ascoltare, senza misurare, senza avere chiari, definiti e
trasparenti criteri di valutazione? "Da tempo l'Acoi - spiega il
chirurgo - si e' posto il problema, ha raccolto le istanze
sopraindicate e ha definito obiettivi prioritari, la formulazione
di nuovi modelli sia della stessa Associazione sia del nuovo
chirurgo, che possano sostenere e governare la vorticosa
trasformazione sempre piu' tecnologica e complessa del nostro
mondo professionale, in trasparenza di comunicazione, in
condivisione con i cittadini e con le istituzioni, in totale
qualita' e sicurezza, che, seppure presente ampiamente, spesso
non e' accompagnata da adeguata percezione".
La sintesi di tutto questo e' stato il progetto di "Qualita' e
Sicurezza in chirurgia", partito a settembre 2009, al quale hanno
dato vita Acoi e Cittadinanzattiva, in partnership con il MIP
Area Sanita', la Business School del Politecnico di Milano, con
il forte supporto di Johnson & Johnson Medical. Il progetto,
nascendo in continuita' con la "Carta della Qualita' in
Chirurgia" promossa da Cittadinanza Attiva e patrocinata da Acoi,
mira ad una piena valorizzazione della "Carta", impegnando le
aziende ospedaliere in un percorso di valutazione e miglioramento
continuo.
(Wel/ Dire)