(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 set. - Anche l'approccio
psicologico nella strategia della Questura di Roma per il
contrasto al fenomeno della prostituzione. A scendere in campo,
insieme agli uomini delle Volanti e dei commissariati, sono state
le psicologhe Giorgia Minotti e Rita Staccone di via San Vitale,
alle quali e' stato affidato il compito di sottoporre alle
prostitute consenzienti interviste informative per un attento
studio delle dinamiche del fenomeno.
Nazionalita', tempo di permanenza in Italia, eventuale
situazione familiare, margine di guadagno e motivazioni del
meretricio sono i focus su cui si sono concentrate le specialiste
della psicologia applicata all'attivita' di polizia.
Prevalentemente provenienti dalla Romania, alcune delle donne
fermate sono ragazze madri. In questi casi i bambini nella
maggior parte dei casi sono affidati alle famiglie d'origine che
vivono in Romania. Tra loro c'e' chi resta in Italia poche
settimane e chi invece vi si stabilisce.
Proprio in relazione alle famiglie emerge un ulteriore
spaccato. I parenti delle intervistate in numerosi casi sono
infatti a conoscenza dell'"attivita'" svolta in Italia dalle
donne, ma, anche se non condividendo, la tollerano a fronte dei
benefici economici che indirettamente ricavano.
In media, secondo quanto dichiarato, il guadagno di ciascuna si
aggira tra i 5.000 e i 7.000 euro al mese. Proprio per questo
motivo le intervistate hanno dichiarato che non smetterebbero di
praticare il meretricio, se non per un'attivita' piu' redditizia,
e comunque non nell'immediatezza.
In pochi casi emerge una condizione di sfruttamento, su cui gli
organi investigativi si sono gia' attivati.
Poche sono invece le donne, tra quelle intervistate, che
intrattengono relazioni sentimentali in Italia. In molti casi il
meretricio rappresenta dunque una vera e propria scelta di vita,
al punto che, da quanto e' emerso, molte sembrano aver anche
rifiutato un'occupazione come colf e badanti, con una
retribuzione superiore ai mille euro al mese.
Quanto al background lavorativo, qualcuna ha dichiarato di
essersi gia' prostituita in Spagna, o di aver comunque lavorato
in locali a luci rosse in Germania o in altri Paesi europei. In
Italia arrivano in genere attraverso il passaparola con le
amiche, perche' tra loro "gira la voce" che con questo lavoro e'
possibile guadagnare tanto.
Nessuna premeditazione anche nella scelta dei luoghi o delle
strade in cui prostituirsi. Spesso e' casuale, o viene
individuata perche', sempre con il metodo del passaparola, si
viene a sapere che lungo quella strada c'e' un posto libero.
(Wel/ Dire)