SANITÀ. LAZIO, FIALS: "LA REGIONE S'È IMPANTANTA IN UNA PALUDE"
"DI CHI SIA COLPA CI INTERESSA POCO, MA BISOGNA USCIRNE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 set. - "È un vero peccato
che la Regione stia dando prova fin da questi primi mesi di
governo di essersi impantanata come non mai nella palude della
gestione sanitaria.
Che sia colpa di un nocchiero troppo avventato, di qualche
solerte consulente, o peggio ancora di una gestione
approssimativa sul 'modello tappabuchi' per prendere tempo, ci
interessa poco. Piuttosto invece deve essere chiaro che le linee
di indirizzo dettate nel documento di rettifica del Piano
sanitario regionale pubblicato sul Burl del 7 settembre 2010
fanno emergere una chiara volonta' di limitare l'offerta
sanitaria che peraltro scoraggia i giovani e promettenti laureati
a cercare lavoro presso le strutture convenzionate:
poliambulatori e ospedali pubblici del Lazio". Cosi' in una nota
il segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano.
"Le linee di indirizzo che vengono suggerite per i nuovi atti
aziendali in alcune delle 170 pagine del provvedimento- aggiunge-
viaggiano su un binario diverso rispetto alle necessita'
territoriali e alle misure strutturali che invece servono per il
rilancio della gestione sanitaria e l'abbattimento del debito. Si
parla solo di accorpare distretti sanitari e Unita' operative
complesse (Uoc) per recuperare alle evidenti carenze di
personale. Cio' vuol dire soltanto chiudere i reparti di alcune
specializzazioni e di conseguenza ridurre l'offerta
socio-assistenziale senza incidere sul debito pregresso. Infatti
la logica sviscerata negli atti non cambia e tutto dovrebbe
funzionare all'ombra di un risparmio imperniato su poche righe
che riguardano solo la mortificazione delle carriere".
(Wel/ Dire)
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