(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 ott. - Grazie all'alleanza
fra cardiologi e pediatri, migliora la vita dei piccoli pazienti
con cardiopatie congenite, che ora possono crescere e diventare
adulti. Il punto sui risultati ottenuti in questo campo verra'
effettuato in occasione del convegno "Gocce di Cardiologia
Pediatrica", in programma sabato 30 ottobre all'ospedale
Morgagni-Pierantoni di Forli'.Al congresso, organizzato da
Patrizia Limonetti, responsabile del Servizio di cardiologia
pediatrica dell'Ausl di Forli', partecipera' uno dei massimi
esperti in materia: Fernando Maria Picchio, Direttore del
servizio di Cardiologia pediatrica e dell'eta' evolutiva
dell'Universita' di Bologna, e i suoi collaboratori. Negli
ultimi decenni, la collaborazione fra cardiologi e pediatri ha
consentito di compiere molti progressi nella diagnostica e nella
terapia delle cardiopatie congenite nell'eta' neonatale. Queste
ultime possono essere semplici ma anche notevolmente complesse, e
talora necessitare di interventi chirurgici correttivi in
emergenza. I bambini con cardiopatie congenite, tuttavia, ormai
dai primi anni settanta, possono crescere e diventare adulti,
grazie, in particolare, all'interazione tra cardiologi e
pediatri. Anche le nuove tecniche, tuttavia, hanno contribuito a
tali risultati. La diffusione dello screening fetale mediante
ultrasuoni ha portato all'aumento delle diagnosi prenatali, con
un miglioramento della gestione e dell'outcome per alcune
cardiopatie congenite. Le nuove tecniche chirurgiche e di
circolazione assistita e lo sviluppo dell'emodinamica
interventistica hanno permesso una progressiva riduzione della
mortalita' e un aumento del numero dei "congeniti adulti",
comunemente denominati GUCH (grown-up congenital heart).
(Wel/ Dire)