LA GIORNATA MONDIALE PER PREVENIRE E RICONOSCERE I SINTOMI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 ott. - Nel mondo, ogni anno,
15 milioni di persone sono colpite da ictus, di queste quasi 6
milioni muoiono. L'ictus e' responsabile di piu' morti ogni anno
di quelli attribuiti all'Aids, tubercolosi e malaria messi
insieme. L'ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte
a livello mondiale e la terza causa di morte nei Paesi del G8,
preceduto soltanto dalle malattie cardiovascolari e dai tumori.
In Italia, e in tutto il mondo occidentale, l'ictus e' causa del
10-12% di tutti i decessi per anno, rappresenta inoltre la prima
causa d'invalidita' e la seconda causa di demenza con perdita
dell'autosufficienza. In Italia si verificano circa 200.000 ictus
ogni anno e 660 casi al giorno.
Per la sua elevata incidenza, l'ictus cerebrale rappresenta un
problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi
dimensioni. "One in Six" e' la parola d'ordine, coniata dalla
World Stroke Organization, della VI Giornata mondiale contro
l'ictus cerebrale, che si svolgera' in tutto il mondo domani 29
ottobre. "One in Six": una persona ogni 6 secondi, nel mondo,
indipendentemente dall'eta' o dal sesso, viene colpita da ictus.
In Italia, ogni giorno, l'ictus colpisce circa 660 persone. "One
in Six" racchiude i concetti chiave della campagna mondiale: la
persona colpita potresti essere tu - previeni l'ictus, riconosci
i suoi sintomi, assicurati di ricevere le cure appropriate.
"Cio' che emerge nella popolazione, purtroppo, e' la scarsa
conoscenza di cosa sia un ictus, come si manifesti e quanto sia
importante il ricovero in ospedale il prima possibile- afferma
Maria Luisa Sacchetti, presidente della Federazione A.L.I.Ce.
Italia Onlus e neurologa vascolare presso l'Azienda ospedaliera
del Policlinico Umberto I di Roma-. E' dunque fondamentale
realizzare campagne informative, che coinvolgano anche le fasce
piu' giovani della popolazione, che veicolino le informazioni
sull'ictus nella maniera piu' corretta, mettendo le persone in
grado di gestire questo aspetto della propria salute senza
inutili allarmismi, ma anche con la necessaria serieta'".
In occasione della Giornata mondiale contro l'ictus cerebrale,
A.L.I.Ce. Italia Onlus presenta i primi risultati dell'indagine
condotta sulla conoscenza dell'ictus ed i costi che gravano sui
malati di ictus cerebrale, realizzata da A.L.I.Ce. Italia Onlus
in collaborazione con il Censis e l'Universita' degli Studi di
Firenze, all'interno del progetto "Promozione dell'assistenza
all'Ictus Cerebrale in Italia" finanziato dal ministero della
Salute. L'indagine e' stata condotta per quantificare i costi che
devono sostenere le famiglie in cui vive una persona con
disabilita' legata all'ictus ed ha analizzato i bisogni di
assistenza e supporto delle persone colpite da questa malattia,
insieme con i costi che vengono sostenuti dalle famiglie dei
pazienti. Sono stati intervistati circa 600 familiari di pazienti
con disabilita' legata all'ictus, residenti su tutto il
territorio nazionale. Inoltre, su un campione di circa 1000
persone - rappresentative della popolazione italiana - sono state
eseguite interviste telefoniche sul grado di conoscenza
dell'ictus cerebrale, dei sintomi d'esordio, delle sue cause,
delle sue conseguenze e delle cure attualmente disponibili.
L'indagine Censis ha messo in luce come l'ictus rimanga
ancora, per moltissimi italiani e in particolare per i piu'
anziani, una patologia quasi sconosciuta: il 77,0% pensa di
sapere cos'e', ma tra loro e' solo il 55,8% ad identificarlo
correttamente come una malattia del cervello, mentre il 14,2%
ritiene che sia un tipo di infarto cardiaco, e l'11,6% lo
considera una malattia del sangue. I sintomi specifici dell'ictus
vengono identificati con maggior precisione, ed e' infatti il
68,7% a indicare l'improvvisa paralisi di un lato del corpo come
uno di essi, mentre il 58,8% fa riferimento all'improvvisa
difficolta' a parlare o a comprendere quello che ci viene detto,
ma solo l'11,0% riconosce nel problema di vista o cecita'
improvvisa un sintomo dell'ictus. "E' pero' soprattutto la
mancata conoscenza dell'importanza enorme che possono avere
l'instaurazione tempestiva della trombolisi (il 26,2% sa cos'e')
e l'invio ad una stroke unit (e' appena il 15,0% a sapere di cosa
si tratta) a costituire un dato preoccupante- dichiara Ketty
Vaccaro, responsabile Welfare e Salute del Censis- dal momento
che si tratta di misure terapeutiche che possono ridurre in modo
decisivo i danni dell'ictus." Per quanto riguarda lo studio
condotto sui pazienti grazie alla mobilitazione sul territorio di
A.L.I.Ce. Italia Onlus, i dati hanno messo in luce soprattutto
come il carico assistenziale ricada soprattutto sulle famiglie: i
caregiver (i parenti prossimi che si occupano dei pazienti, per
la maggior parte la moglie o una figlia) convivono con i pazienti
nel 66,2% dei casi, comunque li vedono per 6,6 giorni a
settimana, e prestano mediamente loro 6,9 ore al giorno di
assistenza diretta.
"L'impatto dell'assistenza sulla loro vita- ribadisce Vaccaro-
e' assolutamente dirompente: il 55,7% non ha piu' tempo libero e
nel 77,8% dei casi indicano che la qualita' della loro vita e'
peggiorata, o molto peggiorata, a causa dell'onere assistenziale.
Il 72,1% si sente stanco, e uno su quattro (il 24,8%) soffre di
depressione." Il supporto principale all'assistenza giunge dalle
badanti, cui ricorre il 38,7% delle famiglie, ma che comporta per
esse una spesa assolutamente non irrilevante, pari in media a
830,30 euro mensili. L'ictus, pero', non e' soltanto una malattia
dell'anziano: dei 200.000 nuovi casi di ictus che si verificano
ogni anno nel nostro Paese, circa 4.200 riguardano soggetti con
eta' inferiore ai 45 anni. Alcuni dei fattori di rischio ictus
quali ad esempio sesso, eta' ed ereditarieta' non sono
modificabili e quindi non dipendono dal comportamento
dell'individuo, altri fattori come un'errata alimentazione,
l'alterazione dei grassi nel sangue, il fumo ma anche l'abuso di
alcool e droga possono danneggiare le arterie in giovane eta',
predisponendo l'individuo a possibili attacchi di ictus.
In occasione della Giornata Mondiale, le Associazioni
A.L.I.Ce. regionali, con il supporto di molteplici strutture
ospedaliere pubbliche, organizzano iniziative di
sensibilizzazione e di informazione su questa patologia per la
prevenzione, il riconoscimento precoce dei sintomi e su cosa fare
in caso di "attacco ictus".
(Wel/ Dire)