L'ONCOLOGO: "ANZI, RIDUCENDO LE EMISSIONI DI IDROCARBURI...".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 ott. - "L'idea che il
nucleare possa aumentare il rischio-cancro e' infondata: non c'e'
combustione, non ci sono emissioni, non c'e' diffusione di
cancerogeni. L'unico rischio per la salute puo' derivare dal
rischio di incidente agli impianti, un evento oggi assolutamente
improbabile". Lo dice Umberto Veronesi, luminare dell'oncologia,
ormai pressoche' certa futura guida dell'Agenzia per la sicurezza
nucleare prevista dal piano di rientro nell'atomo deciso dal
governo. Sull''Espresso', Veronesi spiega che "l'energia nucleare
ridurra' il rischio di tumore perche' riduce i cancerogeni
prodotti dalla combustione del petrolio".
Al settimanale, che gli chiede delle polemiche legate alla scelta
di un medico per un ruolo da tecnico di sicurezza delle centrali,
Veronesi ribatte di aver "dato la mia disponibilita' all'incarico
perche' questa agenzia si occupa della sicurezza dunque della
tutela della salute della popolazione, un obiettivo cui ho
dedicato tutta una vita di ricerca".
IDV: "VERONESI COLPITO DA CATARATTA NUCLEARE" - "Il professor
Veronesi sa bene che con l'andare del tempo il cristallino
dell'occhio perde trasparenza, assumendo una colorazione gialla:
una degenarazione chiamata, guarda caso, cataratta nucleare".
Paolo Brutti, responsabile del dipartimento Ambiente dell'Italia
dei Valori, ironizza sul "definitivo annuncio" dell'oncologo
italiano di candidarsi a capo dell'Agenzia di sicurezza nucleare.
"Non si tratta, dunque, di miopia politica ma di un offuscamento
che non fa cogliere a Veronesi gli aspetti nefasti di un ritorno
all'energia atomica- attacca Brutti- le future quattro centrali
nucleari non ridurranno l'inquinamento di carbone e petrolio,
coprendo appena il 5% del fabbisogno nazionale. Considerato che
negli anni il fabbisogno aumentera' del 4%, una volta finite le
centrali nucleari saremo nella stessa situazione odierna, con la
differenza che avremo distolto miliardi di euro dal potenziamento
delle fonti rinnovabili". Peraltro, il ciclo completo di una
centrale atomica "comporta un inquinamento pari a una centrale a
metano- prosegue- questo senza parlare dei recenti studi tedeschi
sulle leucemie infantili in relazione ai siti nucleari, del
problema delle scorie che mantengono la loro radioattivita' per
secoli, dell'obsolescenza a cui prestano il fianco i reattori
destinati all'Italia gia' definiti ferrovecchi dagli stessi
dipendenti dell'Edf, l'Enel francese, per non parlare dei veri
motivi che spingono la lobby nuclearista ad agitarsi tanto,
ovvero la possibilita' di fornire appalti senza gare pubbliche
grazie alla segretazione militare che protegge i siti nucleari".
Ma tutto questo "risulta invisibile all'occhio del professor
Veronesi, offuscato da una sinistra patina gialla", conclude
Brutti.
(Pic/ Dire)