SANITÀ. SCLEROSI, "SULLA CCSVI CONSIGLIO SUPERIORE SBAGLIA"
ROVERSI MONACO: 'RAFFORZATE METODO ZAMBONI, NECESSARIO RIGORE'
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 ott. - Non basta dire,
peraltro senza evidenza scientifica, che la Ccsvi
(l'insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) "non e' la causa
della sclerosi multipla". Non si dicono queste cose "senza che,
per affermare cio', si producano prove scientifiche e senza che,
con doverosa sincerita', si ammetta che sono necessari ancora
anni di lavoro". Ecco perche' il Consiglio superiore di sanita'
ha un atteggiamento "inadeguato dal punto di vista sia del metodo
scientifico sia, e ancor piu', del doveroso rispetto della
sofferenza dei malati". Dopo il Symposium finanziato dalla
Fondazione Charcot all'Ecrims di Goteborg, il presidente della
Fondazione Hilarescere Fabio Roversi Monaco, che gia' nel passato
ha difeso il metodo e gli studi di Paolo Zamboni sulla Ccsvi,
oggi torna all'attacco.
Se al simposio ricerche indipendenti hanno dimostrato che il
97% di malati di sclerosi multipla sottoposti a 700 flebografie
avevano anche Ccsvi, qualcosa vorra' dire. Al convegno medico e'
stato anche dimostrato che per la diagnosi della malattia e'
adeguato lo strumento ecografico del "protocollo Zamboni".
Eppure, scrive Roversi Monaco, il parere del Consiglio superiore
di Sanita' e' stato di valutare "nove risultati a 18 mesi nella
preliminare esperienza di correzione delle lesioni stenosanti
come incoraggianti", ma nel documento del Consiglio si legge
anche che "le osservazioni di Zamboni sono 'd'indubbio interesse
e meritevoli d'approfondimento con tutti gli strumenti che la
ricerca medica ha oggi a disposizione'" Nell'attesa dei
risultati dei prossimi anni, quindi, "prima invocati come
indispensabili per la conferma di Ccsvi ed ora parrebbe ritenuti
inutili per decretarne l'inconsistenza- si arrabbia il
presidente- dobbiamo assistere a comunicazioni quasi improntate a
sollievo per il fatto che 'Ccsvi non e' la causa di sclerosi
multipla".
Le ricerche finanziate da alcune associazioni statunitensi per
2,4 milioni di dollari, scrive ancora Roversi Monaco in una
lettera aperta, utilizzando la risonanza magnetica, "andranno
riviste nella loro impostazione o saranno scarsamente
significative". Ma e' una cosa "normale quando convinzioni
consolidate vengono scosse, mentre non e' normale ed e'
irrispettoso dei malati, perseverare in errori metodologici
riconosciuti". Questo, rincara poi, soprattutto quando il piu'
rilevante contraddittore delle teorie della correlazione
Ccsvi-sclerosi il professor Doepp, e citato dalle stesse
associazioni a corroborare la loro prudenza, "si e' mostrato a
Goteborg imbarazzato e non ha dato alcuna spiegazione quando
Paolo Zamboni, riprendendo i lavori del collega tedesco degli
ultimi dieci anni, gli ha dimostrato come il suo sistema di
calcolo Doppler del flusso cerebrale venoso possa comportare
degli errori anche del 40%, rivelandosi cosi' uno strumento
inadeguato e discutibile".
Insomma, basta palleggiare responsabilita' ad altri, conclude
Roversi Monaco, "vogliamo il massimo rigore sia metodologico che
scientifico e, nella doverosa prudenza, il massimo rispetto dei
malati".
(Wel/ Dire)
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